Subaffitto aree. Terminal e siderurgia col senso del mattone
Un giorno qualcuno metterà forse a punto un glossario per far capire ai lettori il senso della maggior parte delle notizie, specialmente economiche, senso che sfugge ai più. Finora bisogna ricorrere a laboriosi collage e accostamenti talora azzardati, nel tentativo di decifrare ciò che l’informazione ritiene più opportuno non far sapere.
Prendiamo due storie che hanno tenuto a lungo i titoli nelle cronache genovesi: il caso Vte (Voltri terminal Europa) e quello delle acciaierie Ilva, vicende distinte e distanti, almeno apparentemente, che invece hanno un lato comune.
Tra l’Autorità portuale e i singaporegni titolari del terminal di Voltri si leggeva che era in corso un braccio di ferro sui “piani d’impresa” e anche se il prof. Enrico Musso, titolare della cattedra di trasporti marittimi, aggiungeva su Repubblica che lo scontro sul tema divideva la stessa dirigenza di Palazzo San Giorgio, certo la pubblica opinione non poteva cogliere minimamente la vera materia del contendere. Che non dipendeva, contrariamente alle voci fatte circolare, da possibili rivalità politico-personali o diversità di vedute manageriali, ma solo da una questione di vile (e tanto) denaro. In sostanza il Vte che per l’area portuale in concessione paga all’ente pubblico un canone annuo di 170 mila euro, subaffittando la sola parte attrezzata a distripark incassa ben 3 milioni di euro. Una bella differenza, che può aiutare a capire l’irritazione del presidente Novi e la sua insistenza per conoscere i piani dei concessionari: puntano sullo sviluppo dell’impresa terminalistica o sulla speculazione immobiliare?
Questa scoperta potrebbe suggerire una chiave di lettura anche per la telenovela siderurgica di Cornigliano, nel senso che Riva sembra avere finalmente accettato di chiudere l’altoforno e passare alla lavorazione a freddo, mettendo ben 600 lavoratori in cassa integrazione; ma solo dopo aver strappato altre aree in concessione. E con l’aria che tira è ancora da vedere quale destinazione avranno questi piazzali sul mare. La vocazione immobiliare è forte, visti gli utili assicurati dal subaffitto. Gli incentivi che l’UE vieta alle imprese, possono arrivare anche così, attraverso il mattone.
a.z.