Città. Che fantasia limitata sulla mobilità
Sono stato a vedere i progetti di soluzioni per la mobilità urbana elaborati dagli studenti che si laureano in Disegno Industriale presso la Facoltà di Architettura di Genova. Le idee prodotte erano ovviamente numerose. Numerosi anche gli assessori comunali presenti: Guerello, Merella, Gabrielli, Morgano oltre al sindaco Pericu.
Nessuna delle idee prodotte dagli studenti riguardava la mobilità pedonale, i progetti esposti rielaboravano nelle forme e nelle situazioni i più svariati mezzi di trasporto (dal ricsciò alla cabinovia) adattandoli o attualizzandoli ai contesti di Genova. C’era anche un impianto pianificatorio: uno “sky-train” dalla Fiera all’Aeroporto (quello attuale, non quello del futuro) è stato presentato dai curatori dello show come l’asse da cui diramavano le altre proposte.
Pensavo alla crisi della AMT. O meglio al sistema del trasporto pubblico che c’è già ma che è in crisi. Mi chiedevo: “perché la crisi della AMT non ha impedito a questi giovani (ed ai loro docenti) di prefigurare dozzine di sistemi di trasporto destinati ad entrare in crisi?”.
Mi piacerebbe che l’Università facesse davvero progetti utili, come quello di dotare le nuove piazze pedonalizzate di un arredo urbano adatto all’utenza pedonale, oppure come quello di ottimizzare il sistema esistente del trasporto urbano, basato ancora per lungo tempo sugli autobus.
Rinaldo Luccardini