Informazione/1. ILVA: sicurezza con licenziamenti

Un articolo su l’Unità di Sabato scorso, un trafiletto su “Rassegna sindacale” on line, un bell’intervento sul “blog” di Beppe Grillo: è tutto quel che sono riuscita a trovare, ad oggi, sul seguente episodio:


il 7 Luglio l’ILVA di Taranto ha avviato la procedura di licenziamento verso 9 operai, tra i quali due sindacalisti della FIOM, accusandoli di aver messo a rischio la tenuta dell’impianto per aver proclamato e messo in atto con effetto immediato uno sciopero contro le precarie condizioni di sicurezza in cui si lavora nell’area della acciaieria.
Che lavorare all’ILVA (solo a Taranto? Vedi OLI n. 48 del 3/3/05 col titolo “La sicurezza all’ILVA? Meglio non parlarne”) sia un rischio parrebbero non esserci dubbi: leggo da un comunicato della Segreteria nazionale della FIOM del 3 Giugno “Ormai la situazione infortuni è al limite… bisogna contrattare le condizioni di lavoro, e non arrendersi alla arroganza e all’arbitrio della impresa”, mentre in una sintesi della conferenza “Ilva di Taranto: condizioni di lavoro e prospettive industriali” si legge che “sono intervenuti i rappresentanti sindacali FIOM di tutta l’ILVA, che hanno in particolare sottolineato i gravi problemi di salute e sicurezza esistenti nello stabilimento. Molti interventi hanno poi denunciato il clima di pressione e intimidazione che l’azienda esercita soprattutto verso i nuovi assunti che entrano in azienda con contratti di tipo precario”.
Una domanda: a quando una bella conferenza a Genova, con lo stesso titolo di quella svolta a Taranto? “Ilva di Genova: condizioni di lavoro e prospettive industriali” Sarebbe perfetto, dato il momento.
Un’altra domanda: si tornerà mai a saper rispondere con immediatezza ad episodi come questo licenziamento? Ammesso e non concesso che gli operai, nell’attuare lo sciopero, abbiano infranto qualche regola, quante regole infrante impunemente stanno dietro all’atto che hanno compiuto?
Paola Pierantoni