I muri parlano
Lettera aperta affissa e distribuita nel centro storico in occasione del Festival Interetnico organizzato a Giugno nella Loggia dei Banchi dall’Associazione 3 Febbraio. La lettera è stata inviata alle maggiori testate cittadine senza mai essere pubblicata.
TERRORE DELL’ALBA
Se la domenica sera e il lunedì mattina sono i giorni più odiati dai lavoratori italiani, per i senegalesi di Genova da ormai 15 anni, cioè dall’inizio delle loro immigrazioni in Italia, i due giorni più odiati sono il martedì mattina e il venerdì mattina.
Perché è in questi due giorni che “il terrore dell’alba” entra nelle loro case, con un mandato di perquisizione mai mostrato.
Questo terrore dell’alba ha creato una malattia di insicurezza e insonnia nelle teste di tutti i senegalesi che abitano a Genova, soprattutto nel centro storico.
Il “terrore dell’alba” vuole ripulire il centro storico, ma non sa che anche noi senegalesi vogliamo un centro storico materialmente e moralmente “pulito”.
Così lui ha distribuito più di mille fogli di via in quantità anche di cinque o dieci per persona.
Perché anche quelli che hanno ricevuto il foglio di via si ostinano a rimanere nello stesso posto, perché vittime di una sanatoria incomprensibile e inapplicabile, che è la Bossi-Fini, la quale ha indotto ogni tipo di speculazione finanziaria e sociale.
Questo “terrore dell’alba”, magari con un mandato di perquisizione indeterminato del Procuratore non si limita a fare il suo lavoro di sicurezza pubblica ma porta una sorta di repressione nei confronti degli uomini di pelle nera.
Chi lo sa, può darsi che negli altri giorni porti questa faccenda nelle case degli altri immigrati.
Se è così, lui sta portando avanti una politica di destabilizzazione nella sfera dell’immigrazione. Abbiamo constatato che non risparmia nessuno: quelli che hanno il permesso di soggiorno e quelli che non ce l’hanno.
Ci sembra si intenda soltanto fare intimidazione a tutti, negando loro la dignità umana. Dei nostri diritti umani non se ne parla quando lui fa irruzione nelle nostre case.
Se i suoi metodi di lottare contro l’immigrazione sono questi, non è con lui che si concretizza l’inserimento degli immigrati a Genova, che è stata Capitale europea della cultura dove l’intolleranza, sinonimo di ignoranza, non dovrebbe trovare posto.
Perché l’immigrazione come voi sapete ha cambiato forma ma è sempre esistita.
Sicuramente tutti quelli che sono immigrati conoscono le difficoltà che ci sono nel trovare le case. Chi può permettersi di pagare un affitto di 1000 euro o più senza dividerlo con gli altri? E tra noi del Senegal, dove l’accoglienza e l’ospitalità fanno parte della cultura, chi non ospiterebbe un parente o un amico senza casa?
D’altra parte la legge morale o istituzionale può privare un essere umano del diritto di esistere, di aspirare ad una vita migliore?
Può essere che queste persone scappino da un pericolo come una guerra o un’epidemia o un regime autoritario…
Non è il Presidente della Camera che diceva durante una sua visita in Algeria che si fa troppa demagogia sull’immigrazione?
Allora Signor “terrore dell’alba”, devi rivedere i problemi legati all’affitto delle case, così vedrai meno persone raggruppate nella stessa casa; ci vuole anche una regolarizzazione per tutti quelli che sognano di vivere e di essere utili a qualunque società o luogo dove si trovano.
Unione degli Immigrati Senegalesi