Affresco/1. Piano sospeso, ma di trasparente c’è solo il menu

19 giugno 2004: quotidiani locali. In un ristorante del Porto antico Biasotti, Pericu, Repetto, Novi e Renzo Piano, l’autore del progetto di Genova città portuale, hanno stretto tra loro un patto che, dal menu consumato nell’occasione, è stato chiamato “il patto del moscardino”.


Stabilisce che a coordinare aspetti, amministrativi, urbanistici, tecnici, ambientali e finanziari della proposta Piano sarà una sola agenzia che si chiamerà “Waterfront e territorio” composta da due tecnici per ogni ente più un osservatore dello studio dell’architetto. Piano era soddisfatto e lo ha detto nel pomeriggio alla assemblea di una cinquantina di persone – enti locali, categorie, parlamentini, comitati – riuniti a Palazzo San Giorgio.
24 giugno 2005: quotidiani locali. Hanno mangiato pesce (bollito), nell’esclusivo ristorante del circolo Tunnel, Pericu, Novi e Burlando. E poi hanno stretto un patto. Far andare avanti il piano regolatore portuale e di “far partire immediatamente l’ufficio Waterfront, la commissione tecnica che sarà guidata dall’arch. Carlo Vinelli. La commissione comprende tecnici del Porto, del Comune e dello studio Piano.
A giusto un anno dall’insediamento della prima commissione, ne viene insediata una seconda con lo stesso scopo. Ma questa, dicono i protagonisti (salvo Piano), è quella buona. E della precedente cosa ne è stato? Cosa le ha impedito di arrivare ai risultati che le erano stati assegnati? Qualcuno non dovrebbe dare delle spiegazioni?
Manlio Calegari