Dopo referendum. Riscrivere la Costituzione. Ci prova la Chiesa.

L’esito del referendum svoltosi il 12-13 Giugno 2005, per l’abrogazione parziale della legge 40 sulla procreazione assistita, rappresenta una secca ed inequivocabile sconfitta per lo schieramento proponente. Si tratta di una battuta d’arresto molto pesante: soltanto la metà degli elettori che avrebbero potuto garantire il raggiungimento del quorum si è recato alle urne e questo ci pare il dato da esaminare con grande attenzione.


Pur non essendo disponibili i dati scomposti per area geografica appare evidente come, salvo le storiche “isole rosse” dell’Emilia Romagna e della Toscana, la “debacle” referendaria sia stata generalizzata, con punte di vero e proprio tracollo, in particolare al Sud.
A votare sono andati tra i 12 ed i 13 milioni di elettori (basta ricordare che, nelle elezioni perdute nel 2001, l’Ulivo ottenne nella parte maggioritaria dell’elezione per la Camera dei Deputati, circa 16 milioni di voti, per avere una idea della gravità dell’esito di questo voto, anche sul piano più strettamente politico).
La campagna elettorale e l’esito del voto mostrano come la Chiesa Cattolica abbia assunto direttamente un ruolo di partito, chiedendo direttamente, senza intermediazioni, ai propri “affiliati” un vincolo di appartenenza, in questo caso attraverso la diserzione delle urne. E’ stata la chiave di volta del risultato.
Il sistema politico italiano, appare nel suo insieme del tutto insufficiente, a produrre sul terreno della cultura politica una crescita della coscienza civile. E’ un fenomeno negativo che tocca, in particolare, le forze politiche della sinistra, bravissime a vincere le elezioni quando si tratta di conquistare posti di potere, specialmente nelle amministrazioni locali, ma totalmente lontane da un minimo di capacità di riproporre un sistema di valori, un rapporto tra l’etica individuale e la solidarietà collettiva, tra il sollevarsi della coscienza dei singoli e la prospettiva di una mobilitazione di massa, almeno sul piano elettorale.
La novità più rilevante, in ogni caso, che emerge da questo risultato rimane quella indicata da Stefano Rodotà, sulle colonne di Repubblica: l’assunzione di un ruolo civile, in Italia, da parte della Chiesa Cattolica.
La Chiesa Cattolica ha presentato, nel corso di questa campagna elettorale, un programma di riscrittura dei valori fondativi che travolge valori costituzionali; li subordina non all’etica (come non sanno più fare i partiti politici) ma alla religione.
Sarebbe sbagliato considerare questo esito referendario, come un semplice incidente di percorso.
Franco Astengo