Informazione. “Leggo” gratis ma che cosa?

Da un po’ a Genova è arrivato “Leggo”, il giornale distribuito gratuitamente per strada, con redazioni a Roma, Milano, Torino, Napoli, Veneto, Bari e servizi di cronaca anche per Genova, Bologna e Firenze. Tiratura: 1.050.000 copie. Vale dunque la pena darci un’occhiata.


Le venti pagine di cui si compone sono così distribuite: nelle prime quattro le notizie di “Attualità” convivono con un 30% di spazi pubblicitari; a seguire, quattro pagine di giochi, spettacoli e TV; tre di sport; una di “motori”; una di “borsa-meteo-oroscopo”; una di “lettere”, sei di pubblicità a piena pagina. Complessivamente il 50 % dello spazio è pubblicità esplicita: ovvio, è di questo che vive un giornale gratuito.
Ho sentito sostenere la tesi che questo tipo di fogli indurrebbe i refrattari alla lettura dei quotidiani. Sono in realtà convinta del contrario, e cioè che un certo numero di lettori borderline finisca per pensare: “Cosa compro a fare il giornale? Qui trovo già TV, previsioni del tempo, un po’ di sport, due notizie di cronaca e l’oroscopo…”
Più ancora mi pare preoccupante il fatto che questo foglio, così ampiamente distribuito e di così facile lettura, proponga a distribuzione gratuita (attirandosi ogni giorno 1.050.000 di grazie!) un mondo in cui le notizie non sono che “accidenti” di un terreno connettivo forte e davvero importante costituito dalla pubblicità e da leggerezze di vario tipo.
Da vedere poi quali notizie vengono scelte e quali no, e come vengono date.
Ad esempio nel numero del 16 Giugno compare un articolo su una indagine Censis, titolo: “Niente scontrino, siamo professionisti”. Nel corpo dell’articolo ad un certo punto si legge che meccanici, carrozzieri e gommisti, con una percentuale di evasione stimata intorno al 20 % sono da considerarsi “gente quasi onesta rispetto ai personal trainer, agli insegnanti a domicilio (52.6 % non rilasciano nulla) e alle badanti e alle colf che seguono al secondo posto (50 %)”. Ed ecco che in questo bel mondo divertente e pubblicitario le badanti e le colf si trasfigurano da lavoratrici dipendenti sfruttate in nero in astute e disoneste libere professioniste capaci di occultare i propri redditi.
A lato di questo articolo un trafiletto dal titolo “Più ricche le famiglie” omette di dire di quali famiglie si tratti. Vi si dice infatti che il reddito delle famiglie tra il 2000 e il 2004 è cresciuto del 6,4 % , ma non dà conto del fatto che la crescita di reddito è dipesa soprattutto da ricchezza finanziaria e immobiliare, e che i beni patrimoniali delle famiglie più ricche in Italia sono passati dal 27% al 32% della ricchezza totale, mentre si è avuto un ristagno dei redditi da lavoro, tanto che l’incertezza sta inducendo gli italiani a procrastinare le spese più impegnative e a risparmiare il più possibile (Fonte: recensioni su internet della ricerca Censis “Il ruolo socio-economico della ricchezza in Italia”).
Consiglio: guardare bene in bocca al caval donato.
Paola Pierantoni