Ordine pubblico 3: Polizia nei giorni pari CC in quelli dispari
Richiesti di dare un giudizio sul “Piano di coordinamento per il controllo del territorio” il prefetto e il questore si sono dichiarati ottimisti. Il prefetto ha detto che gli episodi “giustamente evidenziati” dai cittadini corrispondevano ad una “soglia fisiologica d’errore” e che il piano aveva avuto comunque il merito di evitare le rivalità tra i corpi di polizia.
Sulla stessa lunghezza d’onda il questore che rifiutandosi di commentare episodi che non conosceva “in dettaglio”, li giudicava però “semplici intoppi”. L’unico problema, ha ammesso il questore, doveva considerarsi l’attimo in più necessario per passare la comunicazione dal 112 al 113 o viceversa. In compenso, ha aggiunto, il cittadino in attesa al telefono avrebbe avuto a disposizione proprio “la forza dell’ordine deputata ad intervenire”. Grazie alle parole del questore i cittadini hanno scoperto che il decantato piano di coordinamento non prevede neppure un unico centralino e che sono gli stessi corpi di polizia che si passano le consegne dall’uno all’altro. Come del resto molti sfortunati cittadini avevano capito benissimo e come ha confermato (Secolo XIX del 4 giugno, sotto il titolo infedele “Polizia e Carabinieri assicurano i cittadini: il piano sicurezza funziona”), il rappresentante di un sindacato di polizia che ha
dichiarato: “non si tratta di un coordinamento ma di una suddivisione burocratica del territorio”.
(Manlio Calegari)