Censura Rai. Se il pope benedice la pulizia etnica
Pochi l’avranno notata, forse, ma la manipolazione compiuta dal TgUno delle 13,30 di venerdì 3 giugno, merita una citazione. Preceduto dal fatidico annuncio, “e ora vi mostriamo un documento di eccezionale drammaticità”, va in onda un filmato sulla mattanza etnica di Srebrenica: si vedono alcuni prigionieri musulmani, tutti giovani, ragazzi, condotti in un bosco con le mani legate ed eliminati a colpi di mitra da boia con la divisa dell’esercito serbo.
E’ solo uno spezzone della lunga sequenza di orrori che, giusto dieci anni fa, legò il nome della città “protetta” dalle truppe Onu alla strage di ottomila innocenti: un eccidio di massa di cui furono trovate tracce nelle fosse comuni, mentre ora è saltato fuori anche un filmino girato dagli stessi carnefici come ricordo dell’impresa.
Le immagini, terribili nella loro disumanità, costituiscono una documentazione inedita di eccezionale gravità, anche perché fissano sulla pellicola i volti di almeno alcuni responsabili del massacro (otto sono stati subito dopo arrestati). La Rai ha trasmesso solo pochi fotogrammi; e non sembra aver torto Adriano Sofri a lamentare, il giorno dopo su Repubblica, che quel video non sia stato trasmesso per intero: come oggi anche i ragazzi conoscono l’abisso dei lager nazisti, le cataste di cadaveri scheletriti, le camere a gas, i depositi di capelli e denti d’oro strappati alle vittime dell’olocausto, così tra qualche decina d’anni si dovranno mostrare anche nelle scuole queste nuove infamie.
Ma se ragioni di pudore possono aver giustificato il taglio dal TgUno delle scene più rivoltanti, non si capisce (o si capisce fin troppo) l’altra censura, quella sfuggita ai più: avere omesso alcune inquadrature per nulla cruente del filmato, precisamente quelle dove un pope ortodosso dava la preventiva benedizione ai paramilitari serbo-bosniaci che si accingevano alle operazioni di pulizia etnica (leggi: uccidere a freddo). Quali motivazioni di prudenza o opportunismo contingenti, o quali antiche riserve sedimentate nel fondo della memoria più o meno collettiva, possono avere mosso la forbice dei censori? Bel quiz. Il sondaggio è aperto.
(Camillo Arcuri)