Referendum/1. L’alibi della complessità promuove l’ignoranza

Potete sottoporre per posta elettronica i quesiti referendari a una prova di leggibilità secondo l’indice Gulpease (www.eulogos.net/it/censor). Troverete che i risultati, per tutti i quattro quesiti, sono simili: l’indice oscilla tra 35 e 40. Significa che in quanto a leggibilità, i quesiti sono difficili per chi ha il diploma superiore, molto difficili per chi ha la licenza media, e quasi incomprensibili per chi ha soltanto la licenza elementare.


Inoltre, più del 30% delle parole utilizzate per formularli (invasività, impeditive, eterologa, crioconservazione e tante altre) non si trovano nel Vocabolario di Base della lingua italiana di Tullio De Mauro che rappresenta quella parte della lingua italiana usata e compresa dalla maggior parte degli italiani.
Se aggiungete che i problemi sollevati riguardano temi come scienza, religione, etica, libertà, diritti, embrioni, può sorgere legittimamente il dubbio che il tutto è troppo complesso, che è al di là della soglia di una ragionevole comprensione, che è meglio non andare a votare. E’ proprio questo il programma del cardinale Ruini per far fallire il referendum; e ancora una volta l’Assemblea della Cei del 30 maggio, con il sostegno esplicito di Papa Ratzinger, conferma che l’astensione è un no “all’uso dello strumento referendario in una materia complessa e delicata”. Di fronte a problemi complessi che solo in Italia riguardano le sofferenze di centinaia di migliaia di persone si invita all’astensione, all’ignoranza. E’ questo il magistero della Chiesa?
Si può replicare che “le questioni importanti e controverse sono sempre complesse, e il referendum è la soluzione più adeguata quando c’è il rischio che una decisione presa nelle sedi ‘adeguate’ non coincida con quella della maggioranza dei cittadini” (D. Marchetti, presidente di Famiglie Atrofie muscolare spinale, Repubblica 25 maggio). Com’è successo, appunto, con la legge 40, approvata da una maggioranza arroccata nella difesa di una “cattiva legge cattiva” che ha respinto sistematicamente tutti gli emendamenti dell’opposizione. E che ora, con i referendum, si cerca semplicemente di migliorare.
(Oscar Itzcovich)