Dopo-elezioni. Battiato catanese non intelligente
L’elezione di Scapagnini a sindaco della città di Catania ha avuto inopinate risonanze in ambito accademico. Mentre il neoeletto dall’alto del suo scranno amministrativo delizia i suoi elettori “unici catanesi intelligenti” (vedi Newsletter OLI n. 59), un altro catanese, che evidentemente non rientra tra le fila di tali beneficati da Madre Natura, viene punito nella sua città, negandogli la laurea honoris causa.
Il riconoscimento a Franco Battiato, già deciso prima delle elezioni, è stato annullato durante una sessione del senato accademico per opposizione del rappresentante degli studenti, vicino ad An.
Motivo della querelle? Il cantautore non avrebbe dovuto dire che se ne sarebbe andato da Catania in caso di vittoria della Cdl. Il giovane responsabile del veto aggiunge rassicurante: “Siamo pronti a rivedere la posizione se il cantautore chiederà scusa alla città e farà un concerto per l’università e per tutta una città, non solo per una parte. Saremo davanti al palco a applaudirlo”. Così mentre il testo di una canzone di Battiato enuncia “Non sono musulmano nè induista nè cristiano nè buddista non sono per il martello nè per la falce nè tanto meno per la fiamma tricolore perché sono un musicista”, le ragioni politiche si insinuano infide nelle sue vicende, tanto che il Manifesto (26/5/2005) commenta un po’ acidamente il fatto ricordando l’esibizione di Battiato ad una festa della Fiamma, risalente a qualche anno fa.
Un musicista che si professa distante dalla politica per meritarsi una benemerenza pubblica viene quindi riconosciuto in dovere di scusarsi, per aver promesso di abbandonare la propria città in caso di vittoria dello schieramento opposto. Non può non affacciarsi il sillogismo: come minimo al neosindaco che si accinge a governare si dovrebbe richiedere di cospargersi pubblicamente il capo per aver mostrato segni di scarsa comunione col 48% della sua comunità. Avendo dato degli stupidi a 163.898 elettori catanesi, all’incirca.
(Eleana Marullo)