L’insicurezza dul lavoro non diventerà legge
Ne avevamo parlato nel n. 34 di OLI, sotto il titolo: “Insicurezza sul lavoro. Arriva una legge pro incidenti e malattie”. Si trattava del temibile progetto di “Testo Unico” in materia di sicurezza sul lavoro col quale il Governo faceva a pezzi 50 anni di legislazione e di esperienza in materia.
Ma adesso c’è una buona notizia che ancora non ha trovato grande spazio sugli organi di stampa: il 6 Maggio, dopo avere incassato le critiche feroci di quasi tutti (Sindacati, operatori della prevenzione, Conferenza Unificata delle Regioni, Consiglio di Stato), il Governo è stato costretto a ritirare il suo progetto di legge.
Scampato pericolo dunque, grazie ad un intenso e spesso invisibile lavoro da parte di tutti coloro che in Italia hanno a cuore il problema: convegni, iniziative, interazioni via internet tra gli addetti ai lavori hanno smontato pezzo per pezzo l’incredibile articolato di legge proposto con autoritarismo, invadenza ed incompetenza dal governo Berlusconi, e sono alla fine riusciti ad esercitare una pressione politica sufficiente ad impedire il compiersi di questo disastro.
Una vicenda parallela e insieme profondamente diversa da quella, famosissima, dell’articolo 18. In tutti e due i casi il governo ha cercato di compiacere un padronato di terza categoria attraverso pesanti riduzioni di garanzie e tutele dei lavoratori, ma mentre la cancellazione dell’articolo 18 è stata bloccata da iniziative specificamente sindacali che hanno avuto il massimo della visibilità pubblica, in questo caso l’alt è venuto da un’alleanza trasversale di competenze e di coscienza sociale che si è mossa con molta decisione ma su un piano più specialistico e senza impatto mediatico.
E’ un conforto verificare le molte strade che la democrazia sa tuttavia ancora percorrere. Meno confortante pensare alla incredibile mole di lavoro che per due anni (cioè da quando nel Luglio del 2003 il governo si era auto-delegato a fare questo bel lavoro) si è dovuto spendere per riuscire alla fine a buttare nella spazzatura un testo indecente.
(Paola Pierantoni)