Beppe Grillo alias Michael Moore

Diecimila persone entrano al palasport venerdì 6 maggio alle ore 21.00. Per Beppe Grillo giovani, anziani, coppie. Il pubblico sognato da qualsiasi politico di mestiere. Un ragazzo con la maglietta verde pisello dà la misura dell’evento: la scritta indossata “autentico pop-corn americano” ne garantisce la provenienza. Secchielli di pop-corn vagano alla ricerca del posto a sedere.


Beppe Grillo, lo stesso giorno, ha avuto la prima pagina di Internazionale e più passa il tempo più assomiglia a Michael Moore. Si tratta di farsi prendere per mano e di memorizzare il fiume di informazione che Grillo scaraventa sul suo pubblico, senza prendere fiato. Si passa dai progetti deliranti dei più accreditati architetti del mondo con piazze senza panchine, al ponte di Messina, irrealizzabile anche per i migliori progettisti giapponesi.
C’è l’entusiasmo per l’apertura di un blog (www.beppegrillo.it) in contrasto con la chiusura del blog di Prodi, sospeso per mancanza di tempo del leader. E ancora D’Alema che si fa intervistare da Vanity Fair dichiarando di non sapere cosa sia un computer e Tronchetti Provera che licenzia grazie a scissioni societarie qualcosa come quattordicimila persone. Ci sono gli enormi debiti di Provera di cui nessuno parla, e la rete di società che controlla, ecco perché nessuno ne parla. E gli stipendi gonfiati dei dirigenti Telecom, l’ultima sentenza sui bond argentini, occultata in attesa che il reato passi in prescrizione, e Parmalat e il futuro della Fiat con la nuova Zigulì. Il Rittalin, psicofarmaco per l’infanzia, con relativo questionario distribuito ai genitori sul disturbo da deficit di attenzione, la riforma Moratti e i ministri leghisti in Svizzera che cantano “abbiamo un sogno nel cuore, bruciare il tricolore!” mentre nella stessa bandiera torna avvolta la bara di Calipari. C’è l’informazione che non c’è perché in Italia “è scomparso il giornalista” e c’è una sua intervista alla CNN, trasmessa in tutto il mondo tranne nel nostro paese.
C’è anche Genova con il progetto Piano, Burlando e Merella. Tutta la diffidenza dei Genovesi negli occhi di Grillo. Le battute. Le risate del pubblico. E un consiglio ai politici della sinistra: “Sino al 2006 si chiudano in una beaty farm, smettendo di fare dichiarazioni! Vinceranno con il 99% dei voti!”
(Giulia Parodi)