Diritti. Bambini e coppie gay al tempo di Zapatero

Si può replicare a una nota che replica a una nota dell’OLI? Anche se rischiamo di diventare autoreferenziali?
Dire che preferisco il coraggio di Giulia Parodi (“Chi ha paura del diverso”, OLI n. 55) alla comprensibile prudenza di Camillo Arcuri (“I bambini non sono cavie per la socio-ingegneria”, OLI n. 56) sarebbe fuorviante perché mi pare evidente che non c’è nulla di imprudente in quello che sta facendo Zapatero a proposito dei matrimoni gay.


Serio, lungo e approfondito è stato il dibattito spagnolo. E non è una mera formula rituale.
In sostanza, secondo il governo spagnolo, ci sono almeno tre motivi perché le coppie gay o lesbiche possano adottare bambini. E tutti e tre sono anche a tutela dei bambini stessi e del loro futuro che non deve dipendere dalle contingenze a cui inevitabilmente è sottoposta ogni convivenza:
1) Ci sono già migliaia di bambini che vivono con coppie omosessuali;
2) Esistono decine di studi internazionali che dimostrano che non ci sono differenze tra i bambino allevati da coppie omosessuali e quelli allevati da coppie eterosessuali;
3) Come molti sondaggi dimostrano, la stragrande maggioranza degli spagnoli crede, come è ovvio, che il benessere dei bambini debba prevalere su qualsiasi altra considerazione e che la cosa più importante sia quella di garantirlo, indipendentemente dall’orientamento sessuale della coppia.
(Oscar Itzcovich)