Omissis. Se il Pentagono cade su Acrobat

Le parti secretate del rapporto Usa sulla morte di Nicola Calipari, gli omissis, sono perfettamente leggibili. Con un piccolo trucco: un copia e incolla. Non è la tecnologia che si ribella come qualcuno ha detto. Più semplicemente si tratta di un grave e banale errore.
Come si sa, chi scrive un documento con Adobe Acrobat può impedirne facilmente la modifica, la copia e la stampa. E’ una delle tante funzioni del programma. Anche per questo è diventato uno degli standard più diffusi su Internet.


Istituzioni, aziende, singoli autori, possono controllare a volontà il livello di protezione del materiale da loro pubblicato.
I dietrologi già affermano che gli americani l’hanno fatto apposta. Per fare un dispetto e porre un freno alle furbizie dell’alleato. Può darsi, anche se ci sono innumerevoli modi di far filtrare anonimamente le informazioni. Si chiama anche fuga di notizie.
Come che sia, ciò che è successo è facilmente ricostruibile. La gestione dei documenti informatici in un’agenzia dell’amministrazione Usa (addirittura il Pentagono!) ha le sue regole ferree. Ogni passaggio (creazione, conservazione, duplicazione, trasmissione, pubblicazione) è formalizzato. Quindi, l’errore ha certamente una firma e un responsabile. Civile o militare che sia rischia il licenziamento o la corte marziale.
Come giustamente osserva un blog (http://boney.diludovico.it), i carabinieri questa volta si sono presi una bella rivincita. Altro che barzellette su chiamate degli ascensori! Nell’era della “guerra infinita” e dei conseguenti ingenti investimenti nell’informatica e nella “comunicazione strategica” (vedi OLI n. 42) da parte del governo, si scopre che il Pentagono neppure sa usare Adobe.
(Oscar Itzcovich)