OLI 257: LETTERE – Che fine hanno fatto i verdi? /3
Cara Ester,
ero all’estero per cui sono un po’ in ritardo nella risposta che comunque limiterò ad alcuni flash: ti pregherei di inoltrarla poi tu agli amici estensori della lettera in questione.
1- sono, e mi vanto di esserlo, fondatore dei Verdi in Italia in quanto partito o Federazione delle Liste regionali: per quanto non abbia mai rivestito cariche a livello nazionale, per il fatto di essere sempre stato
iscritto, eletto a livello istituzionale a Genova, rappresentante in Piemonte ecc. credo di poter dire senza tema di smentita che non ci sono mai state lotte per la segreteria che non fossero motivate da scelte politiche
diverse. Il posto di segretario di un partito come i Verdi non ha mai potuto essere appetibile per motivi di potere: credo che lo scarso appeal dei Verdi vada ricercato in altre direzioni. Ad esempio non abbiamo mai avuto individualità forti in grado di “bucare lo schermo” visto che adesso la politica si fa in TV: penso ai radicali che invece hanno forti figure come Bonino e Pannella, per restare a fare i confronti con un altro piccolo partito.
2- I problemi della gente: qui dobbiamo intenderci. Non è facile distinguere tra esigenze reali e bisogni indotti. La mia visione del mondo è che siamo su un treno in corsa verso il baratro e senza un guidatore: ci sono segnali di speranza ma la situazione è drammatica. Viviamo in maniera insostenibile: per ora lo è già per coloro che oggi non hanno acqua, domani lo sarà anche per i ricchi occidentali come noi. Io faccio l’oncologo e farò un esempio relativo al mio lavoro. E’ come se un paziente avesse il cancro ma non lo
sapesse e continuasse a fumare, bere, ecc. senza preoccuparsi per la propria salute. Il problema c’è, è grave, ma lui non lo sa e spesso non vuole saperlo… I Verdi sembrano un po’ l’oncologo medico che dice di pensare alla prevenzione e alla diagnosi precoce a persone che invece devono e vogliono pensare al lavoro, alla carriera, al successo, al tempo libero,ecc. La domanda è: è colpa della gente che non si documenta oppure dei Verdi che non sanno essere convincenti? Ai posteri…
3- I Verdi non sono un servizio sociale. Quante volte ho sentito recriminare “Ma i verdi cosa fanno? perché non intervengono?” : quasi fossimo la Protezione Civile. I Verdi ovviamente possono fare tanto se i cittadini li votano, se hanno tanti rappresentanti nelle istituzioni: altrimenti il loro ruolo sarà marginale. E’ quello che succede in Italia dove i Verdi oggi non hanno né deputati né europarlamentari e hanno, oggi, soltanto 4 consiglieri regionali in tutta Italia. Quando facevo il sindacalista erano pochi quelli che si iscrivevano e tanti quelli che dicevano “ma il sindacato cosa ci sta a fare?”: mi sembra che la situazione sia analoga.
4- PRINCIPIO DI ANTI-RASSEGNAZIONE. Il vincitore non è quello che non perde mai: il vincitore è quello che dopo la sconfitta si rialza e riprende la lotta. La storia è piena di esempi di questo genere. La posta in gioco è così alta che non possiamo mollare: il fatto che in Europa i Verdi se la passino meglio ci è di conforto, ma in tutto il mondo c’è una “Moltitudine Irreversibile” (è il titolo di un libro) di movimenti e associazioni e partiti che si battono per l’ambiente e la salute prima di tutto, e sottolineo questo “prima di tutto”(che è poi quello che fa la distinzione dagli altri partiti). Chi vorrà cercarci in questo cammino ci troverà e se vorrà camminare con noi arriveremo tutti più presto e meno affaticati.
Scusate per la prolissità, ma un vecchio della mia età non riesce più ad essere sintetico.
“Lentius, profundius, soavius. Più lenti, più profondi, più dolci” (A. Langer)
“Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto” (A. Langer: parole dell’estremo congedo)
(Gianfranco Porcile, Segretario provinciale dei Verdi)