OLI 265: CITTA’ – Giugno, dei mesi il più poetico

Genova, Palazzo Ducale 13 giugno – Festival della Poesia “Il congedo cerimonioso – vita di Giorgio Caproni” foto di Ivo Ruello.

Un grande fermento poetico pervade Genova e la provincia in queste settimane.
E’ in corso dal 10 giugno e terminerà il 21 il sedicesimo Festival Internazionale della poesia, con la presenza di “parole spalancate” e sottili da tutto il mondo.
Da venerdì 11 si sono accese le “voci del Suq” all’interno del dodicesimo Festival delle culture con la loro promessa poetica che attraversa il ribollire di iniziative di teatro, danza, musica, incontri, mercato, cucina. Spanderanno la loro luce fino al 24 giugno e si spegneranno, mostrando la loro natura abbagliante ma provvisoria, perché a Genova il Suq c’è, disseminato e visibile a chi lo vuol vedere, ogni giorno, già da tempo.
Contemporaneamente l’assessorato alla cultura della Provincia di Genova ha proposto per il mese di giugno la terza edizione a Palazzo Doria Spinola di “Musica e poesie”, che già nel titolo, Sei corde sotto le stelle, posto a guida dei quattro concerti prestigiosi e di alto livello, presenta una carica poetica veramente attraente e invitante.
Non c’è che dire: un grande fermento, una grande animazione. Per le strade del centro nobile di Genova, per i grandi palazzi dell’anima storica e commerciale della città, per i celebrati Rolli aperti al pubblico anche di notte, per il Ducale che ogni sera intreccia le ombre dei suoi muri e dei suoi colonnati con i poeti del mondo e per il ritrovato Porto Antico, impreziosito dal genio di Renzo Piano che ogni giorno affida al mare e ai suoi venti l’incontrastabile bisogno di incontro fra i popoli.
E la sera dell’11 giugno, notte della poesia, con il formicolare per il centro storico e nobile della città di poeti, giovani, famiglie, artisti di ogni genere è stato un bell’esempio di circolazione di cultura, di voglia di stare insieme, di buona organizzazione, di atmosfera gioiosa. Senza la buia opacità della notte metropolitana, la paura attanagliante, la sottile angoscia che l’incontro con l’altro potesse in ogni istante attentare alle tue fragilità, nascoste o manifeste.
Potenza della poesia, della parola libera e giusta, del confronto con le emozioni più autentiche e con la visionarietà umana del passato e del presente.
E nel frattempo ad Arenzano, in provincia, giunge al traguardo, il 19 giugno all’arrivo della notte, il premio nazionale intitolato a Lucia Morpurgo Rodocanache. Due giorni prima del solstizio d’estate, un’anticipazione della massima estensione della luce, di cui la poesia è sorella e materia.
Un premio di poesia in cerca di lettori. Questa la formula che si è voluto dare, perché poco si legge la poesia e poco ci si nutre di essa. Il premio di Arenzano giunge a conclusione dopo un anno di lavoro creativo e gratuito.
Dopo aver colloquiato con Giorgio Caproni che ad Arenzano ha insegnato ed Alda Merini che ad Arenzano ha soggiornato, il momento di maggior significato poetico è stato il lavoro con i ragazzi delle scuole primarie. In undici classi delle scuole elementari e in cinque delle scuole medie sono stati fatti, per alcuni mesi dell’anno, laboratori di scrittura e di avvicinamento alla poesia. Duecentosettantaquattro poesie sono state prodotte e quindici premiate con il contributo attivo dell’Unicef. Tra i premiati un vincitore ucraino e uno ecuadoriano.
Come si vede un mese di giugno di energia creativa. Una grande semina. Servirà per creare comunità e perché la poesia sia fermento di essa, o per continuare a coltivare orticelli “conclusi” e fine a se stessi? 
(Angelo Guarnieri)


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