Sessualità. I primi a disobbedire sono i papa boys
Più che deludente la puntata di “Porta a porta” di lunedì 18 aprile, dedicata (anche e soprattutto) all’atteggiamento cattolico – ma forse dovrei dire vaticano – nei riguardi della sessualità. E’ chiaro che esiste ormai una pressoché totale frattura tra quanto si cerca di imporre dall’alto e quanto invece si pratica in basso.
Anche i Papa Boys praticano liberi rapporti prematrimoniali, usano contraccettivi, disattendendo sistematicamente quanto richiesto loro dalla gerarchia cattolica. Nessuno dei due (gerarchia e fedeli) pare intenzionato “a mollare”: ma quel che vi è stato di deludente nella trasmissione condotta da Bruno Vespa è che il problema non è stato minimamente affrontato. Non che tutti i presenti nel “salotto” fossero particolarmente competenti, ma certo stupisce che nessuno abbia visto il problema alla luce di certi utili precedenti storici.
Non è la prima volta che la Chiesa si trova di fronte a un dilemma simile a questo. Nel I secolo, per esempio, si manifestò un forte contrasto tra un santo ascetismo nemico di ogni carnalità (e della stessa vita terrena) e le ovvie esigenze di una vita che doveva pur “moltiplicarsi”. La Chiesa risolse questo contrasto in modo geniale e genialmente pratico: da un lato, non negando alla massa dei fedeli l’attività sessuale (incanalata peraltro nell’istituto del matrimonio), e dall’altro lato riservando ad una minoranza di eletti (nel fenomeno del monachesimo) la pratica eroica di un’assoluta castità. Intorno al 400, sarà sant’Agostino a definire la risoluzione di questo contrasto in due trattatelli significativamente intitolati “De bono coniugali” e “De sancta virginitate”.
Ci permettiamo di segnalare a chi di dovere questo episodio come utile modello per uscire dall’impasse di un indifendibile rigore da parte della gerarchia, sempre più largamente disobbedito dalla massa dei fedeli. Perché dunque, anche qui, non si pensa a una duplice strada? Una che tenga conto di come l’uomo “è”; l’altra di come si vorrebbe che egli fosse.
(Luigi Lunari)