E’ notizia recente che il progetto della scuola media Don Milani di Genova possa essere privato delle risorse che ne alimentano l’esistenza. Un Consiglio Comunale nella giornata di oggi 31 maggio sancirà con parole politiche ciò che assolutamente non deve succedere.
Altra cosa è spiegare perché la scelta dei tagli, se confermata, è sbagliata.
Si potrebbe fare un collage, utilizzando colori, fotografie, foglie secche, sabbia, ritagli di giornale, simili a quelli che i ragazzi della Don Milani raccolgono durante le vacanze estive per dare un senso didattico alla propria estate. Perché quella scuola li stana e li stimola, anche se non ne hanno voglia, anche in vacanza, anche se, per alcuni, di vacanze non si parla.
Nel collage, a pioggia, qualche istantanea delle riunioni di classe, a sciogliere i nodi di situazioni difficili che, alla Don Milani, sono talvolta di casa.
A Mariastella Gelmini si potrebbe spedire il fotogramma del Cineforum, organizzato nelle classi e provare a spiegare perché un ragazzino di tredici anni è in grado di commentare film come Salaam Bombay, Persepolis o Viaggio alla Mecca. E spiegare al Ministro che la geografia si può arricchire con Mondialità, materia attraverso la quale si spiega agli alunni – con tabelle e statistiche – lo stato di vita nei paesi più poveri del mondo. Poi raccontarle dei corsi di recupero, del potenziamento pomeridiano di inglese e dei laboratori di arte, con visite a musei e mostre. E dei viaggi in Francia e dei laboratori teatrali. E anche dei lunghi viaggi in autobus di insegnanti di ginnastica e alunni, per fare nuoto.
Al Ministro spiegare che per i genitori scegliere la Don Milani è aderire a un percorso, fatto di integrazione, cultura, disponibilità, ascolto, tolleranza.
Aggiungere che alla Don Milani il conflitto tra i ragazzi esiste, perché essere adolescenti e stranieri, oggi, è molto difficile. Ma che il razzismo, nelle sue molte sfumature, è messo alla porta dagli alunni stessi che imparano, proprio lì, a tenerlo alla larga, a riconoscerlo e a combatterlo.
E raccontare al Ministro dell’energia che ogni professore investe quando è supportato ed è parte di un gruppo e di un progetto. Dire a Mariastella Gelmini che ogni risorsa sottratta ad un giovane studente, lo renderà cittadino peggiore. E che mettere lapidi sui progetti eccellenti di questo paese rende un pessimo servizio agli italiani e, politicamente, al governo in carica.
Raccontare al Ministro di Carlo Mereta, professore della Don Milani, mancato nel 2009 che ripeteva “la scuola non dovrebbe chiudere mai”.
Provare a smussare quell’inflessibilità che rende il Ministro astro di un governo perdente e chiederle:
“Ma lei, che ha pubblicato una raccolta di favole, come mi spiega che oggi mio figlio ha sottratto dalla libreria di casa Se questo è un uomo?”
(Giovanna Profumo)
Un commento su “OLI 303: SCUOLA – La Don Milani narrata al Ministro”
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Una bella notizia, Giovanna:
http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/06/01/news/via_libera_da_roma_la_don_milani_salva-17095241/
Aglaja 🙂