OLI 304: REFERENDUM – Il battiquorum
Un promemoria per farci venire il desiderio di andare a votare domenica 12 giugno e per convincere più cittadini possibile a farlo insieme con noi. Con allegria, con mitezza, con fiducia. Con il gusto dolce della democrazia che, come dice Emir Kusturica, è la parola più bella che esiste quando è vera ed è la parola più brutta, luciferina, quando è falsa.
Il milione e quattrocentomila cittadini che hanno impiegato le loro energie per grazia e gratitudine, perché ci si possa pronunciare e decidere, perché “sora” acqua sia un bene pubblico, universale, non negoziabile, pura e pulita e non avvelenabile dal profitto, e perchè l’energia necessaria a vivere bene, non a vivere col turbo, sia controllabile sempre dalle anime del territorio, con i loro mezzi, che la natura mette a disposizione, con i loro limiti, con la prudenza dell’umana dimensione, che va dalla polvere alla polvere e dalla nascita alla morte, nei tempi storici dell’esistenza degli altri a noi prossimi per specie e per ere.
Il promemoria, che ci giunge dal passato è ricco di passaggi esaltanti che fondano l’odierna condizione. Ma ci ricorda anche qualche ferita che non curata , anzi estesa e ulteriormente infettata, non pochi affanni ha prodotto all’attuale situazione delle persone e della società. Penso alla scala mobile, ai salari, all’ingiustizia retributiva e distributiva, al diritto al lavoro, al senso e al significato del lavoro.
Allora alleviamo il “battiquorum” che giustamente ci angustia, senza indebolirci e senza inocularci il germe di una sorta di indifferenza emotiva, anzi ci stimola a utilizzare le energie, scarse e bisognose di manutenzione – lunga è stata la notte e tenebrosa – perchè domenica e lunedì siano comunque due belle giornate di partecipazione, di festa e di speranza. E di luce di un nuovo giorno, anche se non ci sarà il sole, per lasciare libere le nuvole di darci una mano. Ma questo non lo diciamo a nessuno!
Allora tutti a votare, cosi il battiquorum l’avranno gli altri, quelli della sovranità popolare del Partito dell’abuso della Libertà, tale solo se combacia con l’arroganza del capo, il Presidente del Consiglio (vacante).
Poi tutti al mare. O in qualsiasi altro posto. Abbiamo tante cose belle da fare!
Anche andare al trovare le pecore che sono andate al mare, ma d’erba.
(Angelo Guarnieri)