Rebus. L’università sta fallendo o si sta ingrandendo?

Da un mese i media diffondono sull’ateneo cittadino molte, e talora contrastanti, informazioni.
Inizia “il Mondo” (18/2/05) che, illustrando i nuovi e sperimentali criteri per l’assegnazione dei finanziamenti ministeriali, colloca l’università genovese al 14° posto, non brillante, però davanti ad altri illustri atenei.


“Italia oggi” (22/2/05) illustra le forme di protesta dei docenti universitari ed il “Mercantile” (19/2/05) si dilunga sull’occupazione simbolica del rettorato genovese con volantinaggio. Chi è passato dal rettorato durante la manifestazione ha potuto constatare che erano più le sigle sindacali promotrici degli occupanti.
Vittorio Coletti nell’”Intervento – Allarme l’università sta fallendo” (Repubblica 6/3/05) precisa che l’istituzione non è in grado di far fronte a impegni e spese correnti. “Bisognerebbe sapere con più chiarezza come e perché a Genova il buco è più preoccupante che altrove. Chi ne ha la responsabilità. Da cosa è stato provocato. Perché il Consiglio di Amministrazione non ne ha lanciato l’allarme tempestivamente”.
L’occasione per capire la situazione potrebbe aversi in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico celebrata il 12 marzo. I quotidiani locali, in cronaca, riportano titoli che vanno dall’ottimismo allo sconforto: “Università: segnali positivi” (il Secolo), “Università al verde – Rischio Fuga di cervelli” (Mercantile), “Università: i tagli del Rettore – conti sempre più in rosso – l’ateneo vara l’austerity – Bignardi decide di tagliare i corsi disertati” (la Repubblica). Solo il Giornale dedica uno scarno trafiletto di 22 righe all’evento, forse perché i suoi lettori sono più orientati all’istruzione privata.
Tra i cinque articoli del Mercantile uno è dedicato all’edilizia universitaria e chiarisce: “Nel 2005 si punta a completare l’insediamento nell’ex Albergo dei poveri, poi alla ristrutturazione degli edifici ex Saiwa, Villa Cambiaso, Palazzo Bellimbau, del polo di San Martino e Sturla. E’ in corso di perfezionamento la procedura, già avviata per il recupero dell’edificio Hennebique nel porto storico per la facoltà di ingegneria.”
Passando davanti all’ex Albergo dei poveri, ceduto all’ateneo in comodato contro un salato corrispettivo, vien da pensare agli ulteriori ingentissimi costi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria. Le due grandi gru gialle e blu, ai suoi lati, suggeriscono l’idea di un’installazione fuori concorso della mostra di Celant “Arte e architettura”. Il titolo? “Investimenti in controtendenza per insediamenti irrazionali”.
(Vittorio Flick)