OLI 308: IMMIGRAZIONE – PD e Cgil ripartono dai giovani figli degli immigrati
In questo mese si svolgono due feste dedicate ai giovani figli degli immigrati: la prima è organizzata dal Partito Democratico (Cesena, dal 1 al 17 luglio), la seconda è la festa dei giovani della CGIL, compresi i giovani immigrati, (Coltano, in provincia di Pisa, dal 14 al 17 luglio).
La CGIL inoltre ha annunciato la settimana scorso l’avvio, insieme ad altre diciannove organizzazioni, di una campagna per la raccolta di firme per due proposte di legge di iniziativa popolare su cittadinanza (che riguarda soprattutto i giovani immigrati) e diritto di voto.
Molti di questi giovani sono nati in Italia e si sentono italiani ma si scontrano quotidianamente con una dura realtà che li esclude e li costringe, ad esempio, alla faticosa e costosa odissea del rinnovo del permesso di soggiorno. Finita la scuola, tutto sommato isola felice dell’integrazione, grazie solo all’intelligenza, alla sensibilità e alla generosità di insegnanti e dirigenti scolastici, si trovano impossibilitati ad accedere allo studio universitario essendo per lo più figli di operai di basso reddito (colf e operai edili). Essendo inoltre esclusi, in generale, persino dai più bassi livelli di lavoro nel pubblico impiego, molti di loro sono costretti a fare i lavori dei propri genitori.
La CGIL inoltre ha annunciato la settimana scorso l’avvio, insieme ad altre diciannove organizzazioni, di una campagna per la raccolta di firme per due proposte di legge di iniziativa popolare su cittadinanza (che riguarda soprattutto i giovani immigrati) e diritto di voto.
Molti di questi giovani sono nati in Italia e si sentono italiani ma si scontrano quotidianamente con una dura realtà che li esclude e li costringe, ad esempio, alla faticosa e costosa odissea del rinnovo del permesso di soggiorno. Finita la scuola, tutto sommato isola felice dell’integrazione, grazie solo all’intelligenza, alla sensibilità e alla generosità di insegnanti e dirigenti scolastici, si trovano impossibilitati ad accedere allo studio universitario essendo per lo più figli di operai di basso reddito (colf e operai edili). Essendo inoltre esclusi, in generale, persino dai più bassi livelli di lavoro nel pubblico impiego, molti di loro sono costretti a fare i lavori dei propri genitori.
In Italia non ci sono politiche, progetti e fondi per l’integrazione, quest’ultima è lasciata alla buona volontà delle persone, delle associazioni e del sindacato. Tra qualche anno, quando la presenza di questi giovani sarà di massa, l’integrazione sarà ancora più difficile. L’esperienza di altri paesi, ad esempio la Francia, ci dice che diversamente dai loro genitori, essi risentono fortemente l’esclusione e c’è un alto rischio di reazioni non del tutto pacifiche. Bene fanno dunque PD e Cgil a ragionare sull’immigrazione ripartendo dalle problematiche delle nuove generazioni, dal momento che sono in gioco il futuro della pace sociale e la qualità democratica del nostro paese. Oltre alla necessità di battersi per una riforma che consenta la cittadinanza automatica per i nati in Italia e per chi è da molti anni in Italia, occorre pensare a politiche capaci di garantire il diritto allo studio universitario e post-universitario ai figli dei migranti, anche tramite fondi privati costituiti a tale scopo. La mobilità sociale degli immigrati è condizione necessaria per l’integrazione e la convivenza pacifica.
(Saleh Zaghloul)