OLI 310: CENTRO STORICO – La Maddalena dimenticata?
Nel 2009 un bando di riqualificazione cercava di risollevare le sorti di via della Maddalena, a Genova. A fine 2010 un articolo di Repubblica rilevava che il bando era andato deserto: i pochi commercianti che resistevano denunciavano le condizioni di degrado a cui è abbandonata la strada, scarsa illuminazione, assenza delle forze dell’ordine, spaccio ( http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/03/14/news/negozi_in_fuga_dai_vicoli_l_ultima_lacrima_della_maddalena-13577517/ ).
A febbraio 2011 l’assessore alla sicurezza Scidone, durante una passeggiata organizzata dal regista Sergio Maifredi, affermava, constatando il deprimente susseguirsi di serrate “E dire che abbiamo messo in campo varie iniziative, a partire dall’incubatore d’imprese. Servono tanti negozi normali, supermercati, fruttivendoli dove possano rifornirsi le famiglie” (Corriere Mercantile 10/2/2011).
In effetti in questi giorni, camminando per via della Maddalena, sembra essere apparso qualche nuovo negozio, un paio di sartorie che richiamano l’antico nome “contrada di sartoria”, proprio perché quartiere specializzato in questa attività.
Eppure il degrado è palpabile e commercianti ed artigiani, da soli, non possono opporsi ad esso.
Nel 2005 un articolo di Marco Preve (http://www.casadellalegalita.org/index.php?option=com_content&task=view&id=3950&Itemid=28 ) analizzava le cause del degrado, che minacciava, in quegli anni, di inghiottire nuovamente una strada recentemente recuperata, grazie all’apertura di locali e negozi. Certamente in questi giorni bui per la Maddalena vale la pena riprenderne i punti principali. I cosidetti “padroni dei carruggi” hanno responsabilità non da poco nelle derive che affliggono il centro storico: Preve fa il nome di Salvatore Canfarotta “Sono suoi, o comunque della sua famiglia, molti degli appartamenti della zona tra via della Maddalena e via Garibaldi dove, come raccontato nei giorni scorsi da Repubblica, si consuma l’assalto sempre più massiccio della prostituzione al cuore istituzionale e nobile di Genova. Fosse solo questione di cosce e decoro, ma si dice che con gli affitti, specie quelli in nero, c’è da guadagnare parecchio. Tanto che il prefetto ha deciso di fare un censimento delle proprietà e di incrociare i dati con quelli del Fisco. Alcuni di questi presunti padroni dei caruggi, sono noti da sempre. Salvatore Canfarotta è uno di loro. Una decina di anni fa, un’inchiesta lo coinvolse con il padre e la loro agenzia immobiliare. Erano accusati di sfruttamento della prostituzione sempre per la questione degli alloggi affittati a prostitute. «Ci hanno condannato solo per favoreggiamento e ci hanno dovuto restituire le case che ci avevano sequestrato – spiega Canfarotta sulla porta della sua attività in via Canneto il Curto – ma la cosa assurda è che tutto si basava sulle dichiarazioni di straniere, la loro parola contro la nostra, senza nessuna prova”.
Tra gli altri nomi citati dal giornalista di Repubblica, Salvatore Zappone (sempre per la zona della Maddalena) e Vito Rosacuta per la zona di Prè (vd OLI 309).
La conclusione dell’articolo di Preve mette a fuoco quale sia una priorità per fermare il degrado del centro storico: “la trasparenza degli affitti, così come l’effettiva abitabilità di alcuni bassi trasformati con sorprendente rapidità in alloggi (un ramo dei controlli che sarà affidato alla Polizia municipale), possono diventare i punti forti di una strategia in grado di contenere il fenomeno della prostituzione, incentivare il recupero urbanistico e al tempo stesso allontanare chi cerca di arricchirsi in barba al Fisco”.
Sarebbe interessante sapere quale sia stato l’esito di questi controlli.
Eleana, rilanciamo il quartiere con la bellissima "Madaenn-a" di Natalino Otto
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