OLI 314: IMMIGRAZIONE – La cattiva politica che produce boss immigrati

Disegno di Guido Rosato

Ha ragione Sergio Romano quando, sul Corriere della Sera dell’8 settembre, parlando delle esperienze migratorie di molto paesi europei, denuncia che “da alcune comunità straniere sono emerse nomenklature composte da persone ambiziose che aspiravano a fare dei loro connazionali una sorta di collegio elettorale e di servirsene per diventare gli interlocutori accreditati delle autorità locali. Per meglio affermare l’utilità della loro funzione ed esaltare il loro ruolo, questi boss comunitari hanno spesso cercato di sfruttare le condizioni psicologiche dei loro rappresentati accentuando ed esasperando la loro separazione dal resto della società in cui vivevano”.
Questo è esattamente quanto sta succedendo nelle comunità immigrate italiane. Però, Sergio Romano, a mio avviso, sbaglia quando attribuisce questo alla società multietnica che egli intende come “il superamento dell’assimilazione e il consentire agli immigrati di rispettare le loro tradizioni, confessare la loro fede religiosa, conservare le loro feste comunitarie, trasmettere ai loro figli la conoscenza della lingua e della cultura dei Paesi di provenienza” .
Non è il superamento dell’assimilazione quello che ha prodotto le nomenklature fra gli immigrati, ma una politica sbagliata che ha portato e continua a portare alla ghettizzazione degli immigrati nelle loro varie comunità. La responsabilità non è della società multietnica ma è dei governi che si sono susseguiti negli ultimi vent’anni e che non hanno fatto nulla per consentire e facilitare ai singoli cittadini immigrati di partecipare alla vita pubblica e politica e di “integrarsi” nella società italiana.
Oltre che per l’economia, il fisco, la sanità, la scuola, l’università, la cultura e l’etica anche per l’immigrazione la seconda repubblica è stata un disastro vero e proprio: non è stato introdotto per i cittadini immigrati il diritto al voto e non è stata modificata la legge per togliere gli ostacoli all’ottenimento della cittadinanza italiana. Sono i due provvedimenti necessari e più efficaci per liberare i singoli cittadini immigrati dai boss delle loro comunità etniche e religiose e per integrarli nella società italiana senza rinunciare alla propria religione e cultura d’origine.
(Saleh Zaghloul)