Cinema. Se eutanasia fa rima con Oscar

Premio Oscar per il miglior film a “Million Dollar Baby”, per il miglior film straniero a “Il mare dentro”. In comune i due film hanno come tema (o comunque come conclusione) l’eutanasia.


Sono favorevole da sempre all’eutanasia, e questa divulgazione del tema mi trova consenziente, ma – sinceramente – mi preoccupa un poco che vi si dimostrino favorevoli gli americani. Non è che per caso, nel loro privilegiare ad ogni costo la redditività di ogni cosa, stiano facendo strada – magari inconsciamente – all’ipotesi che anche degli esseri umani si possa ad un certo punto calcolare quanto e se rendono? Tornando a casa dopo il giro europeo, Bush ha dichiarato che il grande problema della sua amministrazione è ora quello della previdenza sociale e della salute pubblica: e mi sovviene di come, all’epoca del convegno di Johannesburg sullo Sviluppo Sostenibile, avanzò l’idea di bloccare la minaccia del disboscamento abusivo, così nociva per la salute del pianeta, abbattendo “preventivamente” gli alberi a rischio.
E se questo meccanismo logico venisse trasferito – per l’appunto – sul piano della salute pubblica? Se a risolvere il problema dei malati senza speranza (o, perché no?) dei vecchi, si introducesse a poco a poco l’idea di una valutazione della loro redditività e del loro costo? La fantascienza ha già ventilato il pericolo, e la non adesione al trattato di Kyoto ha stabilito con chiarezza le priorità dell’America. Da qui, l’ombra sugli Oscar, e un invito a vigilare sugli Stati Uniti di Bush, oggi forse la più grave minaccia per il mondo. Ma sottolineo: gli Stati Uniti di Bush, non “gli Stati Uniti” tout court!
(Luigi Lunari)