OLI 324: RAZZISMO – La Stampa e le lacrime di coccodrillo
E’ notizia di cronaca l’assalto al campo nomadi di Torino, dopo la finta aggressione ad una ragazza che ha inizialmente accusato due stranieri di uno stupro mai avvenuto nella realtà. Su La Stampa di Torino parte immediatamente la campagna mediatica razzista, con un articolo di Massimiliano Peggio, “Mette in fuga i due rom che violentano la sorella”. Un corteo cittadino di protesta sfocia in un attacco paramilitare ad un accampamento di rom, viene bruciato tutto il poco che possedevano una cinquantina di persone che ci abitavano. Poi la smentita, la ragazzina ritratta la versione, non solo non sono stati due rom ad aggredirla ma addirittura si trattava di un rapporto consenziente. Il giorno dopo La Stampa si affretta a pubblicare le scuse (per i lettori!), richiamando il sentimento di razzismo che non dovrebbe albergare nella mente di persone istruite, ma che c’è (questo il sunto dell’articolo di Guido Tiberga). Come se il razzismo fosse un problema di istruzione, come se l’eugenetica fosse un’invenzione di imbecilli, o lo sterminio d’interi popoli, compresi quelli moderni, fosse orchestrato da acefali analfabeti. Le scuse non sono nemmeno di Peggio, forse per evitare di usare nuovamente quel cognome “sbagliato” associato ad un fatto giornalistico talmente clamoroso, ma che per La Stampa non merita nulla più di due righe. Anzi, le scuse sono indirizzate solo ai lettori, nemmeno ai rom che da tale titolo, incongruente con le più semplici regole della correttezza della stampa, hanno subito un capovolgimento di vita: alcuni sono infatti rientrati nei paesi d’origine, per lo shock e la paura di ulteriori ritorsioni. Sarebbe stata una strage se non fosse stato per la polizia, hanno dichiarato alcuni di loro intervistati. Altro che “Peggio”, l’articolo tocca “il fondo”: possibile che non si siano resi conto che la mancanza di scuse a chi ha subito le conseguenze della loro leggerezza suona come un ribadire la completa indifferenza della redazione alla sofferenza di quelle persone? Cento punti meno a La Stampa. Ed una promessa: che ci adopereremo con le nostre scarse forze di un blog “di periferia” affinché la direzione de La Stampa paghi i danni ai Rom. Qui l’iniziativa su Facebook.
(Stefano De Pietro)