OLI 328: GRECIA – Cronache di vita vissuta: l’isola
Moschoùla, insegnante e dirigente di scuola superiore nell’isola di Ikaria, mi scrive: “Sì, le notizie che girano in televisione sono queste (Ndr: episodi di carenza di farmaci essenziali e di inedia; aumento dei suicidi e delle rapine …), ma soprattutto riguardano le grandi città. A Ikaria, il cibo non dipende solo dal nostro stipendio, ma anche da quello che coltiviamo (orti, animali, olive, vino): non credo che qui potranno verificarsi situazioni d’inedia. Quello che probabilmente succederà qui è che si perderanno case e proprietà, perché non c’è denaro liquido. Nelle città invece penso che ci siano veri e propri problemi di fame, perché i salari sono scesi tantissimo, e le persone si sono caricate di rate per la casa, per l’automobile … Per cui, se cercano di pagare tutte queste rate, non avranno i soldi per le loro necessità immediate. E se spendono i loro soldi per le spese necessarie non pagheranno le rate e perciò perderanno la casa, l’automobile … “.
In Grecia infatti l’entità di stipendi e pensioni è stata “ridefinita”, con una riduzione secca del 25 – 35%. Salve solo le pensioni minime, che non superano i 450 euro mensili.
Continua Moschoùla: “Non so verso dove ci porterà tutto questo; se si apriranno occasioni di lavoro per i disoccupati, in qualche modo la situazione potrà aggiustarsi. La verità è che siamo tornati agli anni tra il 1950 e il 1960, quando tutti cercavano di andare via per trovare migliore fortuna, solo che allora il mondo era molto diverso, e la maggior parte di quelli che se andavano era gente non qualificata. Ora se ne va chi ha una laurea e un dottorato. E questo è un fenomeno che indebolisce tutto il Paese”.
In un’isola un pò selvatica come questa i redditi falciati dalle misure governative sono sostenuti non solo dalla micro economia dell’orto, del piccolo allevamento, delle manutenzioni auto gestite, ma anche dal fatto che è davvero difficile inventarsi modi per spendere soldi. Ma la crisi sta colpendo duramente anche qui. Durante queste vacanze di capodanno, rispetto a un anno fa, la differenza salta agli occhi: quasi introvabili le trattorie aperte. Pochissima la gente in giro.
La bella nave moderna (anno di costruzione 2005) che in poco più di sei ore faceva servizio col Pireo, è sparita. Girano voci che sia stata venduta agli spagnoli. La sostituta Ierapetra di anni ne ha 36, e capita anche l’episodio eccessivo: cinquanta persone per protesta le impediscono di attraccare, coi passeggeri portati in giro per un giorno intero, inclusa una bara inutilmente attesa dai parenti che dovevano celebrare il funerale.
Il primo gennaio, in quest’isola, c’è il rito di andare a salutare tutte le case, per portare il buon anno. Si inizia al pomeriggio, e spesso si finisce la mattina dopo. Quest’anno la compagnia di giro arriva a casa di Moschoula alle due di notte. Come in tutte le case la tavola è imbandita, e tra i canti e le chiacchiere uno degli ospiti dice: “Amici, fotografiamo questa bella tavola, tutti i cibi, uno per uno. Così l’anno prossimo quando ci ritroviamo a cantare, sul tavolo, invece del mangiare, ci mettiamo le fotografie”.
Vedi Oli 327: “Grecia, una nazione a perdere?” – Nel prossimo Oli le cronache da Atene.
(Paola Pierantoni – foto dell’autrice – Manifestazione contro la nave Ierapetra da Internet)