OLI 333: GENOVA – Valletta Carbonara, i sogni dei residenti
1656, il magistrato dei Padri del Comune commissiona a otto architetti la stesura di una pianta della città all’interno delle mura, la popolazione della città è pari a 92.999 abitanti, in seguito alla pestilenza è stata quasi dimezzata, iniziano i lavori di costruzione dell’Albergo dei Poveri (il nuovo lazzaretto), nella valletta di Carbonara, 12 ottobre: Giulio Sauli viene eletto doge. (da: www.alterhistory.altervista.org)
La scheda della Valletta Carbonara nel Puc recentemente approvato |
Valletta Carbonara resta un po’ nascosta alla vista di chi passa distrattamente in circonvallazione a monte, si estende per circa venticinquemila metri quadrati dietro la costruzione dell’ex Albergo dei poveri, del quale costituisce la sorgente delle pietre che ne permisero la costruzione nel lontano 1600. Quell’opera fu per molti anni il fiore all’occhiello di Genova, che si preoccupava dei malati e dei suoi vecchi.
La valletta oggi è semi abbandonata, dopo che il Comune rifiutò di pagare un aumento dell’affitto all’Asp Brignole (il nome attuale dell’istituto), riducendo l’area di utilizzo come vivaio comunale. Proprio di queste parti della valletta si è parlato venerdi sera presso l’auditorium della Parrocchia di San Nicola, in una sala gremita di volontari di varie associazioni (tranne uno, come vedremo in seguito).
L’area della valletta sarebbe l’ideale per una speculazione edilizia che ha cercato di trasformarla prima in residenziale di livello signorile, poi in parcheggi, poi in servizi quali una piscina e un campo sportivo, poi in centri commerciali, poi in tutto questo insieme. Al momento, nel nuovo Puc (piano urbanistico comunale) appena approvato in Consiglio comunale e adesso nella fase di raccolta delle istanze di opposizione, rimane la destinazione a parcheggio, probabilmente per richiesta stessa del Brignole che, in passivo di quaranta milioni di euro, conta di far cassa sfruttando le potenzialità di servizi della zona. La zona è soggetta ad un vincolo archeologico dopo che nel 2009, “non si sa come”, in una parte dell’area è spuntato un parcheggio, probabilmente destinato ai dipendenti dell’Azienda che si trova nel centro di una blu-area.
L’incontro di venerdi inizia con una introduzione di Bruno Siri, il patron dell’iniziativa “Comitato Le Serre”, in via di trasformazione in Onlus per motivi burocratici di interfacciamento con le istituzioni e la dirigenza del Brignole. Siri racconta che l’intenzione del comitato è quello di chiedere al Brignole di cedere l’uso dell’area (non la proprietà) per dare inizio ad una serie di iniziative agricole e sociali nella zona, come produzione agricola e vivaistica di supporto ad un’agricoltura bio locale, orti urbani ad uso degli abitanti del quartiere, compostiere collettive, e ancora spazi sociali e ricreativi.
Chiamati a fare proposte sono stati Ornella Ricciardi (Amici dell’orto), Francesca e Giorgia (orti sinergici), Alberto Riccio (autoproduzione e filiera corta), Enzo Parisi (Amici dell’Orto botanico dell’Università di Genova, ospitato in una zona della stessa valletta). Inizia poi la fase delle domande e delle proposte del pubblico, che spaziano dalla conferma della destinazione agraria della zona, fino all’utilità dell’inserimento in quelle iniziative di malati di alzheimer. Una in particolare, posta dal sottoscritto, chiede a Siri di spiegare meglio la “questione Puc”, perché un parcheggio, fosse anche sotterraneo, appare poco compatibile con i progetti in discussione. E’ a questo punto che finalmente spunta in sala il “problema”, fino ad allora decisamente trascurato dai relatori, che viene comunque affrontato da Bruno Siri in modo molto distensivo, come se la presenza di quel mostro di cemento sotterrato non interferisse minimamente con la ridicola contrapposizione della campagna pubblicitaria del Puc voluta da Marta Vincenzi (“Basta cemento in collina”). Nonostante il malumore del pubblico, che era in parte all’oscuro della cosa, si prosegue oltre.
A sconvolgere un po’ l’andazzo positivista della serata spunta il “tranne uno” Aldo Siri, consigliere Regionale della Lista Biasotti, che dopo aver accusato gli abitanti della zona, in una sala zeppa di volontari di ogni tipo, di scarso senso sociale, fa notare come l’area sarà ben difficilmente messa a disposizione dal Brignole visto che, come detto all’inizio, l’azienda conta di sfruttarla per sanare il debito di bilancio. Ne nascono alcune domande. Bruno Siri riprende alla fine la parola per rispondere a tutti, rimandando le proposte delle varie attività ad una fase successiva per la mancanza di certezza al momento su quanta area sarà possibile ottenere dal Brignole.
Appare evidente che il progetto della Valletta Carbonara resta solidamente ancorato alla costruzione del parcheggio, senza il quale il Brignole non avrebbe alcun interesse a cedere l’area, anche perché essere in disavanzo significa avere dei creditori, i quali certamente non consentirebbero di approvare per la valletta un uso che non sia utile al loro interesse. Ci si dovrebbe a questo punto interrogare invece se non sia più utile chiedere quei soldi a chi ha svenduto il patrimonio del Brignole, stimato complessivamente in 40 milioni di euro di appartamenti, ad un valore molto inferiore a quello di mercato, andare a vedere a chi siano stati ceduti detti immobili e soprattutto a prendere atto di come l’attuale amministrazione non sia stata in grado di far invertire la direzione fallimentare dell’azienda. Che sia che, come per il Belgio, due o tre anni senza dirigenza possa fare solo bene a questo pezzo della storia e dell’economia genovese?
Link utili sul Brignole:
http://notimaz.blog.kataweb.it/2011/03/01/brignole-il-pio-albergo-di-genova/
http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/03/01/news/una_cittadella_dietro_l_albergo_dei_poveri_palestre_e_piscine_ma_anche_un_mare_di_box-13035176/
L’audio completo dell’incontro
(Stefano De Pietro)