OLI 333: GENOVA – Fabrizio e le sue anime salve

Il 25 febbraio festa in Via del Campo e dintorni per l’apertura del negozio–museo nato dove fino a qualche anno fa c’era lo storico e amato negozio di Gianni Tassio. Per tutto il pomeriggio concerti e poesia in ogni angolo.
In piazzetta dei Fregoso per due ore ha risuonato la musica di Fabrizio De Andrè.
Guardando i volti di chi c’era la sensazione è che De Andrè continui a raccogliere intorno a sé il popolo di cui parlano le sue canzoni, mischiato a tanti visitatori e passanti, accompagnati dai loro bambini.
Non potendo utilizzare le canzoni di Fabrizio, come sottofondo alle immagini abbiamo messo una canzone che appartiene ad una tradizione musicale lontana, la Rebètika, nata in Asia Minore, e giunta in Grecia nel 1922 quando due milioni di profughi espulsi dalla Turchia approdarono ad Atene e Salonicco, precipitando nella miseria e nella illegalità. L’uso della droga, in particolare dell’hashish, era diffuso. Vite al margine, ma anche piene di ironia, vitalità e amore. Un mondo molto vicino a quello cantato da De Andrè.

Le parole della canzone dicono:
Giannusena, Giannusena
dove eri che non ti si è vista?
Ero nascosta con i ragazzi, manghes! E ho acceso il fuoco.
Vieni, preparaci un caffè,
accendi il narghilè
e porta da fumare, che abbiamo voglia di stare allegri!
Porta l’hashish, di quello buono,
quello che ti fa girare la testa
e suona il baglamà, facci ascoltare della musica come si deve!
(Paola Pierantoni – Foto dell’autrice)