OLI 338 – ILVA: Taranto, Genova tra occupazione e ambiente
Ilva. Sono scesi in piazza in ottomila a Taranto per difendere lo stabilimento siderurgico. Tutti operai. L’hanno fatto perché “il cancro è solo eventuale, ma se la fabbrica chiude la fame è certa”, così ha dichiarato uno di loro al giornalista del Corriere della Sera.
A muoverli, pare, non tanto il sindacato, quanto il padrone del più grande stabilimento siderurgico europeo. Quello che dà a loro il pane.
Su il Fatto quotidiano la sintesi della perizia che fotografa la situazione ambientale nella cittadina pugliese: “Le emissioni dello stabilimento Ilva causano malattie e 90 morti l’anno nella popolazione di Taranto” questo hanno stabilito “i medici nominati dal gip Patrizia Todisco nella perizia epidemiologica per comprendere lo stato di salute dei tarantini in relazione agli inquinanti emessi dallo stabilimento siderurgico.” Il record di decessi e malattie croniche “spetta al quartiere Paolo VI”.
Alta, tra i dipendenti dello stabilimento siderurgico, è la preoccupazione per le conseguenze che l’indagine aperta in procura sull’inquinamento causato dall’Ilva potrà avere sul loro posto di lavoro. E se c’è l’ansia dei padri per le malattie dei figli, ostinata e contraria è quella per la perdita del lavoro. Ambiente e occupazione a Taranto fanno fatica a parlarsi in questi giorni.
Ed anche l’accordo di programma di Cornigliano, nella dichiarazione di un operaio tarantino, diventa un esempio preciso: “A Genova l’Ilva ha chiuso l’area a caldo e la gente è rimasta a spasso. Questo non deve accadere pure a Taranto”.
Nichi Vendola è alla ricerca dell’equilibrio “fra la vita di una grande azienda, il più grande polo siderurgico d’Europa, e il diritto alla vita e alla salute della comunità tarantina, a cominciare dai residenti che vivono nei quartieri a ridosso dei parchi minerari, del grande insediamento industriale”.
Genova, che queste vicende le conosce bene, pare distante un oceano da Taranto e molto distratta.
Anche inconsapevole di quanto Cornigliano dipenda a livello produttivo dallo stabilimento pugliese. Quell’inchiesta riguarda anche lei.
(Giovanna Profumo – disegno di Guido Rosato)
Genova per noi, recitava una canzone. Però loro ci hanno regalato l'area a caldo e non credo che oggi si possa lamentare una disoccupazione perchè gli addetti sono stati non certo un numero rilevante. Mentre le morti a Taranto sono rilevatissime e anche se fosse solo uno non giustifica la presenza di veleni