OLI 338: ELEZIONI – L’alternativa del voto disgiunto

Oli bipartisan? Così sembrerebbe leggendo gli ultimi articoli pubblicati da Oli, se pur circoscritti a “Lista Doria” e “Movimento Cinque Stelle”. Tali raggruppamenti, peraltro, sembrano catalizzare l’interesse di coloro che intendono esercitare il “diritto di voto” ma non intendono più riconoscersi nelle logiche e nei programmi dei partiti del centro sinistra. A sensazione sono molti.
Inutili le recriminazioni! Bisogna partire da un dato di fatto presente in tutto il Paese: la voglia di amministratori diversi per “amministrare” la città e “gestire” programmi e progetti condivisi. E questo nella consapevolezza delle ristrettezze finanziarie in una fase di crisi, purtroppo esasperata da ricette accademiche di algidi professori universitari, con laute prebende, molteplici incarichi, ma avulsi dal contesto sociale e propensi a risolvere i problemi economico – finanziari del paese a scapito delle classi più deboli e meno abbienti.
La Liguria sembra destinata a regredire ulteriormente; ha cercato lo sviluppo essenzialmente nel cemento e nel mattone. Risultato: i fascicoli giudiziari accumulati in questi mesi (malaffare, corruzione, inquinamenti mafiotici, mala gestione e quant’altro).
Per quanto concerne il lavoro si accrescono le preoccupazioni in Genova. Quello che resta di industria sta per essere venduto al miglior offerente (Ansaldo – Elettronica), vivacchia su commesse residuali (Fincantieri), cede quote di traffico ad altri porti esteri e italiani (Livorno – Civitavecchia).
I genovesi, ma non sono i soli nel paese, vogliono amministratori nuovi e soprattutto non collusi con le vecchie logiche di potere. Le due realtà su cui si è soffermato OLI rispondono, in parte, a questa esigenza di novità. Ma sembra esistere incomunicabilità tra i due modi di intendere la politica e solo parziale affinità sulle logiche di gestione e di amministrazione.
Come evitare che il Comune finisca, come già avvenuto nelle elezioni piemontesi, in mano alle destre? Là infatti una presenza significativa del movimento “Cinque Stelle” ha portato alla vittoria la Lega e ad una giunta di centro destra. E’ questa l’alternativa voluta dagli elettori un tempo di sinistra e oggi insoddisfatti?
Che fare? Forse la soluzione è nelle mani dell’elettore, accantonando impossibili o utopistici accordi tra partiti e movimenti così diversi. Infatti l’attuale legge prevede il voto disgiunto (la facoltà di votare per il sindaco e optare contestualmente per un partito non apparentato con la sua coalizione).
Inutile dire che il voto disgiunto, a Genova, potrebbe evitare un probabile ballottaggio ed i relativi rischi di una saldatura tra le destre, sotto l’autorevole guida dei “poteri forti”, sempre presenti e alla ricerca di come poter influire sulle scelte nella gestione della cosa pubblica.
Il risultato potrebbe essere l’affermarsi, sin dal primo turno, di un sindaco “nuovo” che coesista con una nutrita e coesa pattuglia di opposizione cui delegare il controllo, per evitare il riaffiorare della logica spartitoria, dei compromessi, o che si perpetui il malcostume recentemente venuto a galla nelle commissioni comunali in tema di “prendi il gettone e scappa”.
Ma fino ad ora poco si parla del “voto disgiunto”, quasi fosse una cosa disdicevole. E questo anche sui quotidiani locali di informazione.
(Vittorio Flick)