OLI 340: BOCCADASSE – Altri piani per la ex rimessa dei bus
C’era una volta la rimessa dei bus, in un grande piazzale alle spalle di Boccadasse, un sito storico e lo evocano le immagini della mostra inaugurata da Metrogenova, sabato 14 aprile con il patrocinio del Municipio Medio Levante.
L’associazione, che si occupa di trasporti, rimarca con forza l’importanza del mezzo pubblico, ricorda i tram che arrivavano in deposito, attraversando da Levante a Caricamento tutto il litorale, puntuali e tranquilli senza inquinare.
Una malinconia per i visitatori e pure per i residenti del borgo, che quasi rimpiangono quell’epoca.
Perché poi, si dovrebbe essere contenti, è stata tolta una servitù con quei bus che giravano notte e giorno imperterriti e rumorosi.
Non è tutto così roseo, eppure la mostra dedica un pannello en passant all’oggi.
Al posto della rimessa infatti si sta costruendo una U di palazzoni che incombe il contesto, una U ristretta dove il sole non arriverà mai, gli affacci ravvicinati come negli edifici della periferia più desolante stile anni ’60.
L’altra opzione erano due torri a undici piani, firmato dall’archistar, come quelle che ti colpiscono allo stomaco non appena imbocchi la sopraelevata per venire a Genova.
Non si pretendeva un parco verde, ma almeno costruire la metà.
Soltanto le immagini possono rendere l’idea: se prima la rimessa era ad un piano e mezzo di altezza, ora i piani sono cinque, attraversati da varchi che paiono immagini di un carcere.
Quando il tutto verrà completato l’aspetto sarà probabilmente più ameno, con il giardino nel piazzale, speriamo non il solito “verde piantumato” per dare un contentino agli abitanti intorno, che tanto hanno battagliato per non avere tutto quel cemento. Ci si augura diventi una “piazza” vera, uno spazio libero come sempre il Comune auspica e poi raramente concede: si sa quanto sia prezioso ed allettante lo spazio, specie in certi quartieri. Se qui non vai in piazzetta a Boccadasse, non ci sono spazi per bambini e nonni e spesso libeccio e tramontana fanno scappare tutti.
L’altro “verde” concesso in zona per ripristinare e ampliare la casa diroccata che si affacciava nei pressi è diventato un bel supermercato con annessa la sede della polizia municipale.
E speriamo pure che la piazza-giardino resti a disposizione del quartiere perché la manutenzione sarà a carico del megacondominio, che magari ci farà una bella cancellata e addio: nella Convenzione con il Comune sembra demandata la cura del verde ai privati.
Come finirà? Nel degrado o in un bel giardino chiuso?
Intanto spaventa gli abitanti del borgo un vecchio problema perché – visto che i nuovi edifici prevedono cento appartamenti – quando piove, già oggi dai tombini arriva un refluo di acque nere per tubature mai messe a norma.
Con l’occasione, segnaliamo il sito osservatorioverde.it come fonte di informazioni sull’urbanistica genovese.
(Bianca Vergati – foto dell’autrice)