OLI 340: ELEZIONI – La battaglia delle affissioni
Così si assiste, nel silenzio totale delle istituzioni, ad una campagna elettorale “macchiata di colla”, dove lo scontro avviene non solo tra fazioni concorrenti, ma anche nell’ambito dello stesso partito. “Very italian”, affermerebbe un attempato anglosassone, osservando il cimitero della legalità che rappresentano le foto della galleria fotografica proposta.
Alla riunione elettorale indetta dal Comune viene spiegato con chiarezza che la legge prevede che il trasgressore sia colto in flagranza di reato da un pubblico ufficiale, altrimenti non ci sarebbero i presupposti per la denuncia, che comunque comporta solo una pena pecuniaria minima. Anzi, in alcune Regioni italiane si tende a dare una ammenda globale, addirittura a sanare il reato praticamente gratis.
Fino a che non si troverà una soluzione legata all’obbligo di affidamento da parte del committente responsabile ad aziende o persone in grado di garantire l’osservanza delle regole, non ci sarà alcun cambiamento: infatti attualmente il committente risponde solo dei contenuti dell’affissione, non del suo posizionamento.
Questa illegalità diffusa si aggiunge a quella delle affissioni elettorali al di fuori degli spazi elettorali negli spazi commerciali, altrettanto vietata a cominciare da 30 giorni prima della data delle elezioni, e che apre tutto un altro capitolo sull’incapacità dell’amministrazione pubblica a far fronte a questo tipo di reati.
(Stefano De Pietro)