Regionali. Perplessità a Savona sul sindaco candidato
La candidatura del Sindaco di Savona attualmente in carica alle prossime elezioni regionali, pone una delicata questione sul piano istituzionale e amministrativo.
Pare, infatti, che emerga la scelta, prevista dalla legge, di arrivare, nell’eventualità dell’elezione al Consiglio regionale, alla “decadenza” dall’incarico di Sindaco, per far proseguire Giunta e Consiglio, con l’interim del vice-sindaco, fino alle nuove elezioni Comunali che potranno svolgersi, poiché il turno autunnale è stato abolito, soltanto nella primavera del 2006.
Mi permetto di insistere sul fatto che, in un caso di questo tipo, il candidato che ricopra l’incarico di Sindaco (in particolare in una Città di rilevanti dimensioni, capoluogo di Provincia) dovrebbe trovare la sensibilità di dimettersi subito, affidando così il governo del Comune ad un Commissario, per tutto il periodo intercorrente fino alle nuove elezioni.
Si tratta della soluzione più corretta (al di là del piano etico, sul quale esiste comunque un problema di svolgimento della campagna elettorale, nel corso della quale il soggetto in questione manterrebbe le prerogative sindacali), perché, nella scelta della decadenza,si finisce con l’affidare il governo della Città a un organismo (la Giunta, di cui il vice-sindaco è parte integrante), priva di rapporto diretto con il corpo elettorale: quel rapporto diretto con il corpo elettorale, che rimane comunque, nel quadro dell’elezione diretta stabilita dalla legge 81/93, il fondamento decisivo della legittimità istituzionale dell’amministrazione del Comune.
La Giunta, infatti (e con essa il vice-sindaco, poiché non esiste l’elezione del cosiddetto “ticket”) è nominata dal Sindaco eletto, ed ha nei suoi confronti poteri “residuali”. Addirittura l’attribuzione delle deleghe è “ad libitum” del primo cittadino eletto direttamente. In teoria il Sindaco potrebbe nominare la Giunta e farla funzionare, senza attribuire deleghe agli assessori. Difatti l’eventuale revoca delle deleghe è a suo giudizio soggettivo, e non esiste da parte del Consiglio comunale la possibilità di una sfiducia “ad personam” per gli assessori, in quanto lo stesso Consiglio non vota la fiducia alla Giunta, come accade, invece, per il Governo nazionale, i cui ministri sono nominati dal presidente della Repubblica su indicazione del presidente del Consiglio.
Insomma: sicuramente la situazione savonese, così come sembra delinearsi, è dentro ai canoni della legge, ma potremmo, comunque, definirla come border-line sul piano della correttezza istituzionale. Sarebbe grave, tra l’altro, che una Amministrazione così mutilata procedesse ad adottare provvedimenti collocati oltre l’ordinaria amministrazione e la “gestione dell’esistente”.
Sul piano politico il comportamento dell’Amministrazione “ridotta”, sarà comunque uno degli elementi oggetto di una campagna elettorale che si annuncia come insolitamente lunga: certo, una operazione, questa della candidatura alle Regionali del Sindaco, che non farà il bene della città.
(Franco Astengo)