LE CARTOLINE 2012 – Concessioni balneari, nonostante l’Europa
Il Gaslini visto con Google Maps |
“Il bando è stato pubblicato per scelta su il Giornale perché l’unico quotidiano nazionale con pagina locale in Liguria e anche il meno costoso”. Risparmiosi gli uffici del Comune.
Dunque la gara per riqualificare i famosi Bagni Maria di Genova Quarto è stata resa nota sul ben diffuso quotidiano il 4 agosto, con scadenza entro trenta giorni per partecipare. Come sottolinea il Secolo XIX del 3 settembre: ”Scadrà domani alle ore 12. E qualora non vi fossero partecipanti Tursi sarebbe libero di trattare direttamente con la società interessata la concessione ventennale”. Pare che tanti leggano il Giornale e che tanti siano accorsi a leggere sotto Ferragosto il sito del Comune alla voce Mostra tutto il menù, dove compariva a destra “Avviso manifestazione d’interesse concessione demanio marittimo a Quarto ad uso stabilimento balneare e ristorazione”. Infatti sembra abbiano risposto più d’uno e così la gara si farà, inesorabile Bolkestein.
La Regione aveva sollecitato la pratica, pur se la scadenza per le concessioni balneari è il 2015, su richiesta del concessionario e il Comune ha dovuto obbligatoriamente indire la gara, facendo da “gestore” per l’iter burocratico senza ricavarne un euro.
Dal 2007 tutto il costruito su area demaniale è divenuto proprietà dello Stato e come nel caso dei Bagni Maria, se ristrutturati , lo Stato si ritroverà uno stabile nuovo pièd dans l’eau. Peccato che poi scatti la concessione per decenni a canoni irrisori per queste imprese, trovate dal fisco nei mesi scorsi al 90 per cento non in regola, con scontrini record fino al 500 per cento in più rispetto all’anno precedente (Secolo XIX, 5 settembre 2012). A dispetto della crisi e con tutto il rispetto per chi fa impresa, ma anche per il valore di un bene pubblico, qual’è il litorale, dato che per un centinaio di metri di battigia il costo del canone è di circa mille euro annue. Un vero affare per le casse pubbliche, con abbattimenti anche del 50 per cento se trattasi di Società sportive, presidio sociale quando funzionano sul serio per accoglienza e sport.
A quando un monitoraggio “vero” delle concessioni demaniali?
Forse sarebbe opportuno che gli Enti locali reclamassero decreti attuativi della Normativa europea, visto che incasserebbero anche loro dai canoni aggiornati. Invece le Regioni difendono a spada tratta i privilegi di tali rendite a carattere ereditario perpetuo, che neanche negli Emirati…
Già si ventilano progetti qua e là, da Corso Italia a Nervi: un bell’esempio la gigantesca piattaforma di cemento costruita quest’inverno presso i Bagni Italia per ospitare cabine-suite e vasca idromassaggio con concessione balneare fino al 2030 o giù di lì.
I Bagni Maria consistono in un manufatto fatiscente e insicuro, con tanto di cartelli di preavviso per il pubblico e a cui le mareggiate lambiscono spesso le fondamenta. Il suo rifacimento comporterà non una ristrutturazione, bensì una costruzione ex novo in riva al mare e imprescindibili opere a mare: pagate da chi?
Lo stabilimento in questione confina con un lembo di spiaggia riservato all’ospedale Gaslini, abbandonato al degrado.
Perché non rimettere la spiaggia a posto per i piccoli pazienti e le loro famiglie? Basterebbe fare pulizia e un po’ di beneficenza a chi davvero ne ha bisogno.
L’Europa prevede una durata massima di sei anni per le concessioni, ma se è giusto tenere conto degli investimenti, ancora una volta si favoriscono privati che hanno casualmente una concessione a disposizione, concessione prolungata per vent’anni, se si fanno un po’ di lavori.
Perché non ipotizzare un’opportunità di libera impresa e di occupazione per i giovani?
Intanto l’estate è agli sgoccioli e al mare per i bambini malati ci si penserà un’altra volta.
(Bianca Vergati)