Boomerang. Parole di Gasparri giuste per il governo

L’offensiva a comando del centro-destra contro il Tg 3, unica voce fuori dal coro tv sulla vergogna delle torture, si è rivelata non solo imprudente: una sorta di attacco preventivo, da kamikaze esaltati, di fronte al rischio che qualche sprazzo di verità possa incrinare il muro dell’informazione di regime.


E’ stato lo stesso ministro Gasparri a chiedere al dg Cattaneo un’audizione urgente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai-Tv, parlando di comportamento «indegno» e suggerendo «l’immediata uscita di scena di chi si è reso colpevole di una condotta così disinvolta in un momento così difficile e delicato a livello internazionale». E il “processo” interno, tempestivamente accordato dal presidente Petruccioli, ha visto i capigruppo della Cdl in Commissione, da Lainati e Butti (entrambi di An) al vicepresidente Caparini (Lega Nord), schierati contro il direttore del Tg3 Di Bella, di cui reclamavano la testa.
Solo che dopo aver assistito alla registrazione completa dell’intervista, è stato chiaro che furono mandate in onda «non indiscrezioni ma dichiarazioni della vedova del maresciallo Bruno, in cui la signora faceva affermazioni riportate poi da tutta la stampa italiana, e che milioni di telespettatori hanno potuto ascoltare dalla sua viva voce». Insomma nessuna trappola, nessuna manipolazione e nemmeno strumentalizzazione, come sono andate indietreggiando le accuse. Il Tg3 ha fatto solo il suo mestiere di informare: proprio quello che lor signori non tollerano.
A giudicare dalla smodata reazione contro Di Bella, si può ben immaginare quali pressioni, sollecitazioni, richiami, condizionamenti si siano scatenati sulla povera vedova Bruno per farle rettificare quanto aveva ormai detto con sincerità davanti a microfono e telecamera. Finché a toglierla dal suo penoso isolamento è intervenuta la testimonianza del colonnello Burgio del Tuscanica, il quale ha confermato di aver saputo quanto accadeva in quelle carceri e naturalmente di aver informato a suo tempo chi di dovere. E a questo punto, insieme alla montatura contro l’informazione fuori dal coro, è crollata anche la gracile difesa di un governo che continua a ripetere di essere stato all’oscuro di tutto. «L’immediata uscita di scena di chi si è reso colpevole di una condotta così disinvolta, in un momento così difficile e delicato…», parole di Gasparri, forse più appropriate al governo in carica.
(Camillo Arcuri)