OLI 352: AMBIENTE – Come acqua che scivola sui tetti
L’estate è ormai finita e se non ci assilleranno più le ondate di caldo dai nomi mitici ora inizieranno altre piogge esotiche dalle bizze nefaste, mentre gli annunci meteo dei media già ci tamburellano peggio della grandine.
Così se poco tempo fa l’Italia bruciava per la siccità, il vento e la mano dell’uomo, adesso forse dovremmo vedere, Dio non voglia, persone e case spazzate via dalle tempeste. Nei prossimi mesi la nostra vita sarà scandita da un bollettino di guerra ineluttabile, forse sott’acqua paesi, strade e ponti.
Ci saremo dimenticati degli incendi, dei parchi distrutti e fino all’afa estiva nessuno se ne ricorderà più.”Quanti sono stati condannati e quanti stanno scontando la pena per essere stati colti in flagrante ad appiccare un fuoco?” si domandava Giovanni Sartori sul Corriere della Sera del 24/8, invocando misure urgenti per combattere lo scandalo degli incendi impuniti. Era passato da poco ferragosto e faceva ancora caldo, mentre una burrasca distruggeva gli alberi centenari di uno dei giardini botanici più belli d’Europa, Villa Taranto a Verbania.
Sullo stesso giornale Ernesto Galli della Loggia tre giorni dopo definiva il nostro un paesaggio “preso a schiaffi”, elencando immagini e costi dell’incuria delle coste calabresi per l’abusivismo, il degrado e i gioielli storico-artistici imprigionati da una crescita urbanistica cancerosa quanto brutta. Tanti i luoghi bellissimi che non esistono più e per sempre, dalle riviere liguri ai golfi della Sardegna, dalle piccole alle grandi città, raramente riuscite a scampare ad una modernizzazione spesso devastatrice.
Non solo stiamo perdendo i “luoghi del cuore”, un patrimonio millenario, ma stiamo perdendo anche una gigantesca occasione economica, un possibile futuro di lavoro per i nostri figli. Un dibattito a cui hanno partecipato esperti, appassionati , anche difensori dell’operato delle Soprintendenze: a Genova la Corte dei Conti ha quantificato in due milioni e mezzo di euro i danni per l’Acquasola, indagando i funzionari di quell’ente.
Tre regioni estese come la Campania, il Veneto e la Lombardia sono sparite in questi anni: il ministro dell’agricoltura Catania ha firmato a luglio la campagna contro il “consumo di suolo agricolo” ed ha presentato un disegno di legge, che chissà se vedremo in Parlamento.
Tanto aveva fatto sperare la modifica del Titolo V della Costituzione che tutela il Paesaggio con l’art.9: si demandava alle Regioni, a chi lo abitava, la cura del territorio. Certo avrebbe avuto uno sguardo più attento.
La cementificazione delle coste, gli abusi edilizi, le alluvioni, i boschi divorati dal fuoco ci raccontano un’altra storia.
Il Giornale della Giunta regionale Liguria del 4 settembre, n.137, comunica che “Nel 2012 gli incendi boschivi in Liguria sono aumentati rispetto alla media degli ultimi otto anni, ma sono diminuiti gli ettari di bosco distrutti”. Ovvero sono bruciati soltanto mille ettari di verde secondo la Protezione civile. Che bellezza.
Intanto dalla Regione Liguria la delibera con discussione del 13/9/2012 sottolinea “l’esigenza di addivenire ad una maggiore omogeneizzazione delle discipline vigenti avuto riguardo ai regimi normativi applicati dall’Autorità di bacino del fiume Magra; (..) la necessità di un maggiore coordinamento tra pianificazione di bacino e la pianificazione di livello comunale, ..la necessità di garantire mediante la previsione di un’apposita verifica di compatibilità tra le limitazioni d’uso della pianificazione di bacino e le previsioni urbanistiche comunali; (..) con particolare riferimento agli aspetti relativi alla problematica della impermeabilizzazione del suolo, nonché all’individuazione di idonee modalità per la conduzione delle attività agro-forestali”.
Buone intenzioni, aspettando le prossime piogge d’autunno in Val Magra e in Via Fereggiano.
(Bianca Vergati – Foto Paola Pierantoni)