OLI 358: INFORMAZIONE – Repubblica censura Odifreddi su Israele
Il noto matematico Piergiorgio Odifreddi, ha scritto fra l’altro, sul suo blog personale sul sito del giornale la Repubblica: “In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli “atti terroristici” della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe…Cosa succederà durante l’invasione, è facilmente prevedibile. Durante l’operazione Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi di Hamas. Un rapporto di circa cento a uno, dunque: dieci volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l’eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e dall’esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi”.
la Repubblica lo censura e subito cancella il suo post dal sito. Lui chiude il suo blog ed abbandona con tanti saluti alla favola della libertà dì espressione e di stampa. Libertà ipocritamente sbandierate durante la discussione sul film contro il profeta dei musulmani. Questo di Repubblica è soltanto un esempio sulla “non informazione da parte dei media sulle atrocità compiute da Israele a Gaza” denunciata da Noam Chomsky (ebreo americano) e altri esponenti del mondo culturale che hanno scritto un appello ( http://www.osservatorioiraq.it/speciale-gaza-il-jaccuse-di-chomsky-alla-stampa) ai media ed ai giornalisti nel quale si legge : “Se non fosse per i post su Facebook, non sapremmo nulla del livello di terrore patito ogni giorno dai civili palestinesi di Gaza. Questo contrasta in modo netto con la consapevolezza mondiale sui cittadini israeliani terrorizzati e sconvolti (..). Israele continua nei suoi crimini contro l’umanità con il tacito consenso e il pieno supporto finanziario, militare e morale dei nostri governi: Stati Uniti, Canada, Unione Europea. La mancanza di pubblica indignazione verso questi crimini è una diretta conseguenza del modo sistematico in cui i fatti sono negati e/o del modo sbilanciato in cui vengono dipinti. Vorremmo esprimere la nostra indignazione per la riprovevole modalità di copertura di questi atti da parte dei media. Facciamo appello ai giornalisti che, nel mondo, lavorano per le grandi testate mediatiche affinché rifiutino di essere strumenti di questa sistematica politica di dissimulazione. Facciamo appello ai cittadini perché si informino attraverso media indipendenti”.
(Saleh Zaghloul)
la Repubblica lo censura e subito cancella il suo post dal sito. Lui chiude il suo blog ed abbandona con tanti saluti alla favola della libertà dì espressione e di stampa. Libertà ipocritamente sbandierate durante la discussione sul film contro il profeta dei musulmani. Questo di Repubblica è soltanto un esempio sulla “non informazione da parte dei media sulle atrocità compiute da Israele a Gaza” denunciata da Noam Chomsky (ebreo americano) e altri esponenti del mondo culturale che hanno scritto un appello ( http://www.osservatorioiraq.it/speciale-gaza-il-jaccuse-di-chomsky-alla-stampa) ai media ed ai giornalisti nel quale si legge : “Se non fosse per i post su Facebook, non sapremmo nulla del livello di terrore patito ogni giorno dai civili palestinesi di Gaza. Questo contrasta in modo netto con la consapevolezza mondiale sui cittadini israeliani terrorizzati e sconvolti (..). Israele continua nei suoi crimini contro l’umanità con il tacito consenso e il pieno supporto finanziario, militare e morale dei nostri governi: Stati Uniti, Canada, Unione Europea. La mancanza di pubblica indignazione verso questi crimini è una diretta conseguenza del modo sistematico in cui i fatti sono negati e/o del modo sbilanciato in cui vengono dipinti. Vorremmo esprimere la nostra indignazione per la riprovevole modalità di copertura di questi atti da parte dei media. Facciamo appello ai giornalisti che, nel mondo, lavorano per le grandi testate mediatiche affinché rifiutino di essere strumenti di questa sistematica politica di dissimulazione. Facciamo appello ai cittadini perché si informino attraverso media indipendenti”.
(Saleh Zaghloul)