Mac Donald. Quant’è crudele la morte dei polli
La mattina del 10 gennaio 2005, su Radio Tre, Gian Enrico Stella conduttore per la settimana di “Prima Pagina” segnala, tra le altre, la seguente notizia: la Mac Donald sta conducendo una campagna per pubblicizzare la sua decisione di utilizzare da ora in poi solo polli uccisi (in modo indolore?) col gas, rifiuterà invece quelli macellati con il metodo correntemente in vigore, in quanto eccessivamente crudele: gli animali vengono fissati ad un nastro trasportatore, che li trascina al punto in cui vengono decapitati automaticamente, però spesso avviene che si divincolino e che si spezzino le ossa prima di essere uccisi.
Commento del giornalista: per rispondere alle sensibilità animaliste ci si va a preoccupare di come si ammazzano i polli, mentre si è indifferenti a casi come quello della bambina lasciata morire di inedia. Ecco che si ripropone la consueta antitesi tra doverosa attenzione verso l’uomo e superflua attenzione verso gli animali. Invece non c’è alcuna antitesi. Si tratta in tutti i casi e sempre della capacità/incapacità, possibilità/impossibilità di empatia verso chi condivide con noi, al minimo, la capacità di soffrire.
Interessanti le rilevanti ricadute economiche e sanitarie della assenza di empatia: allevamenti intensivi a basso costo, eccesso del consumo di carne, pericoloso scadimento della qualità della medesima, aumento delle malattie tra gli uomini (soprattutto i più poveri), vertiginosi profitti.
Il fatto che le politiche di mercato della Mac Donald inizino a preoccuparsi del livello di sofferenza dei polli è però un interessante segnale del fatto che anche empatia e responsabilità possono giocare sullo stesso piano.
(Paola Pierantoni)