Giustizia. Record di lentezza e di litigiosità

Nella discussione attualmente in corso alla Commissione Giustizia del Senato sulla legge di riforma dell’ordinamento giudiziario rinviata da Ciampi perché giudicata almeno quattro volte incostituzionale, non è in discussione – come è ampiamente noto – l’efficienza del sistema giudiziario.


Anzi, quella riforma non farà che aggravarne ulteriormente i problemi di funzionamento. L’ennesima conferma emerge chiaramente da un articolo di Daniela Marchesi pubblicato il 28 gennaio 2005 sul sito di LAVOCE (www.lavoce.info) che, partendo da un indagine del Consiglio d’Europa, analizza l’offerta di giustizia in Europa e in Italia.
L’articolo evidenzia che la spesa pubblica per la giustizia in Italia non è affatto bassa, si colloca in una posizione mediana sia in termini di spese per abitante che di numero di magistrati per abitante.
Perché, a fronte di questo impegno di risorse, il sistema giudiziario italiano risulta tanto più congestionato e lento di quello degli altri paesi? L’articolo segnala che la produttività dei giudici è più bassa di quella potenziale in conseguenza delle dimensioni troppo ridotte dei tribunali. “Le dimensioni piccole dei tribunali italiani risultano confermate anche dal confronto internazionale: vi operano – in media – 6 magistrati contro, ad esempio, i 19 della Germania, i 14 della Svezia e, addirittura, i 65 dell’Olanda. La riforma che ha introdotto il giudice unico di primo grado ha determinato – attraverso la fusione di preture e tribunali – un aumento della scala media degli uffici giudiziari ma non tale da essere risolutiva: gli uffici sottodimensionati erano prima della riforma, nel 1996, circa l’88%, ora sono il 72% del totale. Comunque una percentuale altissima.” “L’eccessivo numero di sedi – prosegue l’articolo – trova conferma anche dal confronto internazionale: in Italia gli abitanti serviti da una corte di prima istanza sono mediamente 55.000, la metà che in Francia, in Germania e nel Regno Unito”.
Tuttavia le disfunzioni legate alle piccole dimensioni degli uffici giudiziari che ostacolano la specializzazione nell’attività dei giudici, seppur rilevanti, non sono, però, sufficienti a spiegare il dissesto della giustizia. ”Le cause della lentezza della giustizia civile italiana non sono infatti da ricercarsi nell’inadeguatezza dell’offerta, quanto piuttosto nella complicazione del processo e negli incentivi che la normativa produce su litiganti e avvocati ad abusare del ricorso al giudice e delle garanzie interne al processo, con il risultato di amplificare patologicamente la domanda di giustizia e di allungare a dismisura i processi. Non a caso nel confronto internazionale risultiamo campioni di litigiosità con un volume di domanda di giustizia pari al doppio, o poco meno, di quello della Germania, della Francia, dell’Austria, dell’Olanda e della Danimarca”. Gran parte di queste considerazioni possono in Italia essere riferite anche alla giustizia penale.
Il centrodestra, come ha annunciato, si appresta ora, con correzioni formali, solo cosmetiche, a svuotare di ogni significato i rilievi di incostituzionalità fatti da Ciampi perché la posta in gioco non è l’aumento dell’efficienza del sistema giudiziario, ma qualcosa di molto più importante: un magistrato meno indipendente e un cittadino meno libero.
(Oscar Itzcovich)