OLI 368: SOCIETA’ – Flexitariani, o dell’elogio della flessibilità
Pochi gioni fa, chiedendo ad amici invitati a cena se avessero cibi sgraditi, diete particolari, la risposta è stata: “No, siamo onnivori, anzi flexitariani”.
Wikipedia ci informa che flexitariana o semi-vegetariana (*) è una dieta vegetariana con introduzione occasionale di carne: tendenza in crescita, a leggere il recente articolo del Guardian (**), che spiega come la corretta interpretazione di questa dieta consista nel consumare carni di cui si conosce la provenienza “etica”. Nella speranza di essere percepiti dagli animali come una minaccia meno pericolosa di un carnivoro a tempo pieno.
Analizziamo i termini: flexi, flessibile, flessibilità (***), una bella qualità che permette ad un albero di flettersi al vento senza spezzarsi, ad un edificio di resistere ad un terremoto: il termine opposto è rigidità, riassumibile nella locuzione latina frangar non flectar (mi spezzo ma non mi piego). Parrebbe che la flessibilità sia associabile ad una maggior “intelligenza”, ad una minore intransigenza, ad un comportamento mentale che obbliga a ragionare. In Italia ce ne sarebbe un gran bisogno.
(*) http://en.wikipedia.org/wiki/Semi-vegetarianism
(**) http://www.guardian.co.uk/lifeandstyle/2013/jan/21/flexitarianism-vegetarianism-with-cheating
(***) http://en.wikipedia.org/wiki/Flexibility_%28engineering%29
(Ivo Ruello – Immagine da internet)
E sono sempre stata flexitariana senza saperlo? Grazie