OLI 370: TEATROGIORNALE – Il ritorno degli orchi
Un giorno Ettore trovò un cestino davanti a casa: dentro vi erano una scatola di cioccolatini, una bottiglia di vino e un mazzo di fiori arancioni. Ettore portò il cestino dentro casa. Dei cioccolatini sapeva cosa farne: nascondersi sotto il tavolo e mangiarseli. Ma la bottiglia di vino? Decise di lasciarla sopra il tavolo. I fiori? Bisognava regalarli a nonna Rina, detta Rana perché quando rideva faceva il verso della rana. Quindi uscì da sotto il tavolo, lasciando lì i cioccolatini, per portare i fiori arancioni alla nonna, dall’altra parte del parco.
Nel frattempo Giovanni entrò in cucina, aveva fame, erano già le quattro e nessuno l’aveva chiamato per far merenda. Non trovando niente sul tavolo (solo una bottiglia per adulti) decise di guardare sotto il tavolo. E lì cosa trovò? I cioccolatini. Giovanni era un bambino buono e quindi andò a chiamare i suoi fratellini per dividere con loro il bottino.
Sebastiano, il più piccolo dei tre, stava costruendo un aeroporto di Lego, aveva già costruito tre aerei ma voleva averne dieci. Quando arrivò Giovanni, Sebastiano, preso dal suo gioco, acchiappò una manciata di cioccolatini, tutti avvolti in una carta stagnola rossa, e se li mise vicino alla scatola dei Lego. Giovanni uscì di casa per andare a cercare Ettore.
Nel frattempo Nonna Rana, appena annusò i fiori portati da Ettore, tirò un urlo e disse:
– Questi fiori sono fiori di orco! Dove li hai presi?
Ed Ettore raccontò che li aveva trovati davanti alla porta di casa assieme al cestino.
– Presto
Disse la nonna.
– Dobbiamo andare a casa e buttare via tutto quello che c’era nel cestino, gli orchi odiano i bambini. Ettore e la nonna corsero a casa. Sul tavolo la nonna trovò la bottiglia di vino e subito la rovesciò nel lavandino. Appena il contenuto toccò l’acqua si alzò un fumo verde accompagnato da una piccola esplosione.
– Orchi!
Esclamò la nonna, sputando nel lavandino. Ettore invece cercò i cioccolatini sotto il tavolo e, non trovandoli, corse in sala. In mezzo alla pista degli aerei c’era Sebastiano, con la faccia riversa su un aereo e con un mucchio di stagnole rosse vicino.
La nonna chiamò il 118. Si aprì la porta della cucina. Era Giovanni, aveva la scatola dei cioccolatini in mano e la faccia tutta verde. La nonna gli corse incontro.
– Hai mangiato i cioccolatini?
Gli chiese.
– Si, ma solo uno.
Disse Giovanni e in quel mentre arrivò l’autoambulanza. NINOOONINOOONINOOOOONINOOOOOOooooninoooooooo
A tutta velocità Nonna Rana e i suoi tre nipotini corsero verso l’ospedale. Arrivati, Giovanni e Sebastiano vennero portati via dai medici
– Per poterli curare per bene.
Disse la nonna mentre un poliziotto chiese ad Ettore dove avesse preso quei cioccolatini.
– Eran davanti alla porta di casa, non so chi li ha messi, non volevo che Giovanni e Sebastiano stessero male.
Il poliziotto gli mise una mano sulla spalla e gli disse:
– Non è colpa tua Ettore, ma a volte gli orchi si travestono da uomini e donne normali, magari gentili. Non bisogna accettare da loro nulla, meno che mai i cioccolatini o le caramelle. Sono Orchi e gli orchi odiano i bambini. Gli orchi, le streghe, i lupi, pensiamo che non esistano e che abitino solo nelle fiabe, ma purtroppo non è così, essi vivono attorno a noi, a volte con noi.
– Ma perché gli orchi odiano tanto Giovanni e Sebastiano?
– Non lo so, piccolo, non lo so.
E il poliziotto strinse a se Ettore, un bambino della stessa età di Sebastiano lo stava aspettando a casa.
(Arianna Musso – Foto da internet)