OLI 370: IMMIGRAZIONE – 27 anni a Genova in meno di 500 battute
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Alcune notizie degli ultimi giorni invitano ad allargare l’orizzonte geografico dell’informazione: una, a scala nazionale, è la nomina di Laura Boldrini come presidente della Camera. La giornalista è stata fino al 2012 portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati: sono passate di sovente, negli ultimi giorni, le immagini delle sue missioni in varie parti del mondo, tra cui ex Jugoslavia, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Iran, Sudan, Caucaso, Angola e Ruanda.
Durante il suo incarico, Boldrini si è occupata spesso delle migrazioni nell’ambito del mediterraneo.
L’altra notizia, a scala regionale, è la presentazione dei dati della Consulta regionale ligure per l’integrazione, elaborati da Agenzia Liguria Lavoro: se nel territorio regionale l’immigrazione continua a crescere, anche se a ritmi molto minori rispetto al passato (+6,7 per cento rispetto al 2010), a Genova l’immigrazione cresce (+ 38.501) ma non compensa la flessione totale della popolazione (-60.479).
Scendendo ulteriormente alla scala comunale, se si scorrono le carte dell’Archivio Forum Antirazzista si riescono a definire alcune tappe della storia dell’immigrazione a Genova negli ultimi 27 anni.
Nel 1986 il tasso tra emigrazione ed immigrazione era negativo, cioè chi emigrava superava ancora (e di migliaia di unità) il numero di chi immigrava. La voce immigrazione nei dati statistici del comune di Genova prevedeva arrivi dalle altre regioni italiane, in primo luogo il Sud, mentre dall’estero si contavano soltanto 706 ingressi, compresi quelli dalla Repubblica di San Marino. Tra le comunità straniere residenti, al primo posto quella iraniana, per la maggior parte rifugiati politici in fuga dalla rivoluzione del 1979 e dalla guerra con l’Iraq. Si contavano poi soltanto 69 marocchini residenti.
L’anno successivo, il 1987, segna ancora un tasso negativo e chi va via supera ancora chi entra, ma la differenza si assottiglia. La comunità marocchina residente fa un poderoso salto in avanti, decuplicando le presenze che passano da 69 a 689, forse per effetto del rincaro dei beni di prima necessità, dovuto alle concessioni di re Hassan II al Fondo Monetario internazionale nei primi anni Ottanta.
Per passare ad un saldo positivo tra ingressi e uscite si deve aspettare il 1996, quando emigrano 960 persone e ne immigrano 2759.
La maggiore comunità residente, in quell’anno, è sempre quella marocchina, al secondo posto si attesta l’Ecuador, che ha sorpassato il Perù e si dirige verso una crescita costante. Tra il 1996 e il 1999 il numero degli albanesi residenti quadruplica (da 113 a 494): negli stessi anni la guerra in Kosovo miete migliaia di vittime e spinge alla fuga la popolazione.
Il sorpasso tra Ecuador e Marocco, come comunità residente, avviene nel 2000, effetto butterfly della dollarizzazione avvenuta in quell’anno nello stato latinoamericano.
Anche secondo l’ultimo rapporto della Consulta, oggi a scala regionale la comunità ecuadoriana è la più numerosa, con più di 22mila presenze, seguita dall’Albania (21.882 persone) e dal Marocco (14.761). Il tasso ingressi/uscite è tornato negativo, nel comune di Genova, causa crisi e denatalità.
La farfalla questa volta sbatte le ali per noi?
(Eleana Marullo)