Erano arrivati in tanti: compravano, affittavano, bevevano, mangiavano. Un fiume di persone che non badavano a spese e così per loro si sono costruiti residence esclusivi tra bouganville e cancellate, cittadine stravolte da centri finto lusso, pieni di ristoranti, caffè, bar, sale da gioco e boutique grandi firme con prezzi da botto.
Sono nati dal nulla interi villaggi in riva al mare dove si possono fare le più svariate attività, dal golf al bungee jumping, al surf, lo sci d’acqua o tirare all’alba in locali notturni stile Las Vegas.
Poco importa se un tempo c’era un borgo pittoresco. Ancora dondolano nell’acqua in qualche angolo del vecchi porticcioli un po’ di pescherecci, sono greci i pescatori che riforniscono gli affamati ristoranti.
Ma non sono di pesce i piatti dell’antica tradizione, piuttosto agnello e involtini di carne, mentre oggi circolano gran menù di mare “surgelato”: che importa! I russi arrivano dalla neve, e agli inglesi e ai tedeschi piacciono tanto quei piatti fotografati sulla lista e per loro anche pub e birra a volontà. Non mancano neppure i locali esclusivi dal menù svolazzante e il cestello del ghiaccio, faraonici hotel da cinquecento euro in su a notte.
Così Cipro è diventata l’oasi dorata di chi fugge dal freddo ma non solo.
Il principale incanto non è il mare, non i castelli, i monasteri, le antiche mura, che abbracciano cinque millenni di storia, gli antichi templi che si ergono sulla cima di colline brulle a picco sul mare. Quest’isola è sì un paradiso ma non per la suggestione di un paesaggio. O per la Storia.
E’ un fantastico eden per chi evade le tasse.
Dagli armatori greci, inglesi e tedeschi e soprattutto business-men russi, tanti sono coloro che vi si sono insediati per le incredibili agevolazioni fiscali, che fanno di Cipro un vulnus di regole a parte in una Unione Europea strangolata dalla crisi. Ora è diventato meno interessante fare affari in euro in un momento così ballerino della moneta unica.
“La storia di Cipro presenta evidenti parallelismi con quelle di Islanda e Irlanda, con il riciclaggio di denaro sporco russo come “ingrediente extra”… una crescita rapida grazie al loro status di santuari del banking internazionale.. un sistema bancario troppo gonfiato per poter essere salvato, con attività bancaria internazionale di proporzioni enormi rispetto al loro Pil. Quindi sono entrate in crisi perché la loro economia non ha le risorse necessarie per salvare questi sistemi bancari metastatizzati quando qualcosa va storto.. “ ( Paul Krugman – Il Sole 24 Ore, 25 -3 ). Alcune stime indicano in 19 miliardi di euro i depositi di cittadini russi nelle banche cipriote, una cifra superiore al Pil nazionale.
E così la Cipro greca con i severi provvedimenti dell’Europa vedrà fuggire i turisti e in primis i russi: che fine farà quel circuito macro e micro economico di turismo basato sui danarosi residenti che ora fanno le valige? Sparirà il lavoro, ecco perchè i giovani greco-ciprioti sono scesi in piazza.
La parte turca intanto, ancora quasi incontaminata, si stava attrezzando per invogliare i nuovi ricchi a passare il confine e già era cominciato lo scempio pure vicino alle spiagge delle tartarughe.
(Bianca Vergati – Foto dell’autrice)