Sestri Levante. La baia del silenzio e il silenzio del sindaco

“Il Sole 24 Ore” del 23 gennaio scorso dava notizia della presentazione da parte del Touring Club Italiano di un libro bianco sulla competitività del sistema turistico italiano sceso nel mondo al quarto posto dopo essere stato al primo negli anni Settanta.


Nei primi 10 mesi 2004 ci sono stati 6 milioni di turisti stranieri in meno rispetto al 2003. La colpa: prezzi alti, servizi di qualità bassa e specialmente ambiente in grave peggioramento.
Anche in Liguria al calo sistematico di alberghi e pensioni e di altre strutture recettive ha corrisposto un calo di presenze che nel 2004 è stato del 6% (quotidiani del 3 febbraio us). In controtendenza è solo Genova per via delle manifestazioni del 2004. Ma bisognerà vedere quanto durerà.
Di questa materia si è addirittura occupata con un documento riservato la sede di Genova di Bankitalia che ha confermato i cali delle presenze e dei tempi medi di permanenza turistica. Durante gli ultimi 5 anni il turismo ha perso in Liguria il 10% della sua quota di mercato. Queste affermazioni non sono state degnate di un solo commento da parte dei sindaci delle Riviere e in particolare da quelli delle località più notoriamente turistiche.
Ad esempio il sindaco (centro sinistra) di Sestri Levante, Andrea Lavarello, ha definito “strumentali” ed espressione di “pura polemica politica” le critiche molto circostanziate rivolte da Italia Nostra, Legambiente e Wwf a proposito del progetto (tipo “Las Vegas”) di risistemazione del lungomare voluto dalla sua amministrazione. A sostegno delle sue buone ragioni il sindaco ha detto che a Sestri Levante, in controtendenza con la situazione regionale, le presenze turistiche sono state in aumento. Non ha invece detto una parola sul fatto che la situazione dei depuratori del suo comune sia stata giudicata dalla ASL 4 Chiavarese e dall’ARPAL di Genova (rapporto del 27 novembre us) gravemente inadeguata. Neppure ha detto che una delle zone di maggiore inquinamento del territorio comunale sia la famosa e frequentatissima baia di levante, detta anche “del silenzio”. Qui a pochi metri dalla riva stazionano un centinaio di imbarcazioni da diporto con effetti facilmente osservabili. Un caso emblematico di privatizzazione di risorse e di distruzione di un patrimonio ambientale su cui grava il “silenzio”.
(Manlio Calegari)