OLI 378: VIAGGI – Senegal, il diario di Giulia
Demi, 29 aprile
Ieri , per cena, Dù ci ha preparato patate fritte e omelettes
Si è fermato con noi un bambino silenzioso con la maglia da calciatore.
Gli ho offerto parte della mia omelette ripiena di uova fritte.
“Sa và?” “Oui sa va bien.”
Niente sonno questa notte. Le uova di ieri o le zanzare? Dormo con il lenzuolo rimboccato sotto al cuscino. L’aglio che ingoio mattina e sera non basta a proteggermi, mi gratto sprigionando afrore di Karitè. Ho un labbro gonfio, ma da questa sera avrò una zanzariera.
Questa mattina ho percorso una strada diversa per l’Oceano. Ho trovato sulla riva, un pesce palla svuotato. A casa l’ho messo su un muretto al sole perché finisca di essiccare, lo porterò a Genova.
Ho trovato anche una borsa di plastica traforata con la pubblicità dei dadi Maggi e un contenitore giallo che appenderò sopra al lavandino. Ora anche la nostra cucina sta diventando colorata. Il cesto intrecciato con foglie di palma che avrei voluto aggiustare, è stato gettato via: puzzava troppo di pesce, hanno detto. Ho incontrato un pescatore che riposava le mani su un bastone tenuto orizzontale dietro le spalle.
Il pesce, in una rete, penzolava sulla schiena
Nel pomeriggio sono venuti parenti e amici di Dù per delimitare una stradina verso una porta che non c’è ancora.
Ai lati sono state messe piante grasse. Poi si andranno a prendere le conchiglie per lastricarla. Usa così dove le onde del deserto e del mare s’incontrano.
Io che do da bere a piante e oche, ho seminato semi di mango con la luna piena
Curiosità: la ricchezza qui si misura in mucche.
L’uomo che ha venduto a Dù questo quadrato di sabbia ne ha 150. Non so dove siano adesso. Torneranno dopo la stagione delle piogge, che qui va da luglio a settembre, quando tutto sarà verde. Così si dice.
(Giulia Richebuono)