OLI 380: VIAGGI – Senegal, il diario di Giulia
Demi 1 maggio mercoledì
Festa dei lavoratori.
I miei piedi rifiutano camminamenti conosciuti, sono desiderosi di altri sentieri.
Questa mattina ho fatto il giro dell’oca nel deserto prima di arrivare al varco fra le dune.
Leggevo sdraiata quando è arrivato Aziz sotto ad un capello di tipo cinese. Ieri mi si era affiancato con un suo monologo interrogativo nella passeggiata sul bagnasciuga in direzione Dakar.
Ha guardato la copertina del mio libro di Dacia Maraini. “Espagnola!” ha sentenziato squadrandomi come se gli avessi detto una bugia. “Italiana” ho ribadito.
Mi ha chiesto se conoscevo il suo di libro, e si è seduto accanto leggendo il Corano in arabo a voce alta. L’ho salutato con mussulmana tolleranza. Difficile spiegargli che il Corano l’avevo già letto in italiano ma che io sappia nessun dio si è messo a scrivere qualcosa di suo pugno.
Gli dei, parlano a profeti o indovini. E a noi arriva l’elaborazione di quello che pensano, ma una volta scritte le parole, diventano pietre, costruzioni che creano muri, protezioni, ponti.
Meditazione sulla via del ritorno.
C’è qualche scrittura che dica:
– la donna che sa nutrire, generare, essere due in un solo corpo è importante come lo è la terra che, nel rispetto delle leggi delle stagioni, ci sostiene e mantiene;
– in natura non esistono gerarchie, ma differenze che vanno rispettate
– tra gli esseri viventi bisogna coltivare la solidarietà
– chi farà del male intenzionalmente vivrà infelice fino alla fine dei suoi giorni, perché la divinità che è dentro a ogni essere non può essere offesa?
Alla sera Lamine torna a Pekini. Aidà manda a chiedere se vogliamo del pane.
Mangio un panino con la cipolla e a Papà ne diamo uno con la chocoleca.
Questa sera siamo sole con Papà, di otto anni.
Abbiamo una bombola col gas. La si può usare con un aggeggio che non abbiamo. Mariella che qui è quasi di casa, chiede a Papà di andarcelo a procurare. Ceniamo con riso e zucchini dell’orto del papà di Papà. Io su quella bombola non saprei cucinarmi un uovo sodo,
Con Mariella facciamo un piano di tour turistico da realizzare al più presto
Forse perché assieme a Mariella e Lamine avevamo voluto vedere su Earth dove mi ero persa ieri, poi hanno cercato la casa dove abita Dù con la sua famiglia allargata, il mercato, lo stadio…
Li avevo lasciati a guardare il mondo dall’alto.
(Giulia Richebuono)