OLI 382: TEATROGIORNALE – Grazie di tutto

La ragazza è seduta davanti al tavolo in marmo della sala, davanti a lei un quaderno aperto, una calcolatrice e degli scontrini. Al suo fianco c’è il padre, mani sulle ginocchia e testa bassa. Dal corridoio che porta in cucina si sente un rumore di pentole.
– Ricapitolando abbiamo un debito di duemila e quarantuno euro.
– Punto tre – dice il padre con un filo di voce.
– Punto tre cosa?
– Punto tre e basta, c’è scritto duemila e quarantuno punto tre, e credo che sia giusto tenerne conto.
La figlia lo guarda incredula
– Va bene punto tre. Papà, ci sono cinquantadue euro in più rispetto all’anno scorso
– Punto sei.- ribadisce il padre
– Punto sei, mi sta anche bene, ma sono ben ottantatré punto tre euro rispetto a due anni fa. Vuol dire che prima dovevamo solo duemila e diciassette euro punto sei, ma non sono quei sei contesimi che fanno la differenza, capisci? Se continui a fare debiti a destra e a manca, l’anno prossimo avrai tremila euro di debiti, capisci?
– Si, mi dispiace. Non sono mai stato capace a tenere i conti e ora ci ritroviamo in questa situazione.
– Non importa papà, dimmi un po’: con chi abbiamo questi debiti? Dalla porta sbuca la moglie, ha un vassoio con due tazzine di caffè, una zuccheriera e un cartoncino di latte.
– Diglielo, diglielo che hai chiesto un prestito.
– Sì, allo zio, lo so – dice la ragazza versando un po’ di latte nel caffè.
– Macché settecento venticinque virgola tre li ha chiesti ad altri.
– Ma come ad altri? Ma chi sono questi altri? Non mi fate preoccupare per cortesia. Ma perché avete chiesto un debito ad altri? Con lo zio ci si può ancora parlare, è uno di famiglia, ma chi sono questi altri?
– Stranieri, che ne so – dicendo questo la madre ritorna in cucina con le tazzine di caffè vuote.
– Ma non potevate chiederli a me, scusate, questi 725 euro.
– E’ che io gli ho già detto che tu gli darai 35 mila euro.
 La ragazza è rimasta con i fogli in mano, guarda il padre, è come se non riuscisse a metterlo a fuoco e poi si rimette a leggere il quaderno dei conti:
– Amministrazione locale: 115,5 miliardi. Di cosa scusa?
– Di euro.- il padre guarda la figlia da sotto in su mentre la madre rientra prepotentemente nella discussione.
– Ma siamo migliorati: prima erano 118 miliardi di euro.
 La ragazza si gira verso la madre e molto lentamente le dice
– Voi avete speso deumila e quarantuno miliardi di euro.
-Virgola tre. Ma è stato per mandarti a scuola, metterti l’apparecchio, portarti a sciare e al mare. Dovresti ringraziarci invece di aver sempre qualcosa da ridire – la figlia fa per ribattere qualcosa ma la madre la precede.
– E in Inghilterra per l’inglese, le scarpe nuove, il motorino, le ripetizioni.
– Si, ma io non ce li ho 35 mila euro, sono una precaria che lavora, se va bene, otto mesi l’anno. E poi, comunque, qualcuno dovrà ben dare tutti questi soldi quando voi non ci sarete più, e come facciamo? Vi siete già venduti le case della nonna, i terreni dello zio. Ma dove li trovo duemila miliardi?
– E quarantuno
– Virgola tre.- aggiungono i genitori e si alzano, la abbracciano, la baciano ed escono di casa.
– Grazie, cara, avevamo bisogno proprio del tuo sostegno, quando risolvi facci sapere.
E si chiudono la porta alle spalle. La ragazza, in piedi, davanti al tavolo in marmo della sala, legge il quaderno dei conti:
 – Regioni: 46,7 miliardi, 6 miliardi in più in un anno, ovvero 1,58% in più che, se rimane costante, in tre anni diventa 64,7 miliardi ovvero 2106 tondi tondi di debito complessivo, ma i comuni sono stati più bravi perché sono passati da 51 miliardi a 45,5 miliardi, quindi 6,5 miliardi in meno che in tre anni fanno 18,5 e quindi il debito totale sarebbe di 2087,5 ma contando gli interessi, a quanto ammontano gli interessi? E le entrate? Eccole qui: entrate tributarie 113,050 miliardi l’anno, quindi a metà aprile del 2031 potrei aver saldato il debito se non faccio più debiti e non pago gli interessi. Ma cosa vuol dire questa cosa qua? Contabilizzate 29,2 miliardi, e quindi? Arrivano gli altri, oppure no? Portiamo avanti l’ipotesi più nera: a soli 29 miliardi l’anno ci metto settant’anni… senza fare spese e senza pagare gli interessi. Ma chi sono questi stranieri?
La ragazza si guarda attorno, chiude tutte le finestre con tanto di persiane, da i giri alla porta di casa.
– Duemila e quarantuno miliardi di euro… ma il bancomat papà me l’ha restituito? E la carta di credito?
Alla ragazza suona il cellulare, è arrivato un messaggio:
– Pensi che a tuo figlio possa piacere un monopattino nuovo? E dimenticavamo: come garante, gli stranieri hanno voluto anche la sua firma ma, visto che Giacomo non sa ancora scrivere, gli abbiamo messo la sua impronta digitale. Ti vogliamo bene. Mamma e Papà. La ragazza Sorride, risponde al messaggino, prende la sua giacca, la sua borsa ed esce senza chiudere la porta:
– Mi dispiace ma il debito da voi creato è troppo alto, prendo mio figlio e mi trasferisco altrove. Non è conveniente far parte di questa famiglia, cercherò una famiglia più virtuosa altrove. Grazie di tutto.
(Arianna Musso)