OLI 383: POLITICA – Castelletto, Recalcati, terapeuta del Pd
22 giugno . Circolo Pd di Castelletto. C’è l’aria freddina di un’estate avara sotto il pergolato del Maniman. In ascolto i militanti di partito venuti per accostarsi ad un’analisi pura della politica italiana.
E chi, meglio di uno psicoterapeuta lacaniano – che si definisce marxista – può accompagnarli?
Massimo Recalcati ha il fascino dell’intellettuale di sinistra – lo sguardo un po’ piacione – e la seduzione del logos, dalla quale un’amica francese mi invitava a stare alla larga.
In ballo la crisi nei cuori e nelle menti dei militanti e la consapevolezza d’esser stati governati da adolescenti, ammette Francesco Bollorino – già consulente del progetto “Città digitale” con Marta Vincenzi – oggi in veste di psichiatra e organizzatore dell’iniziativa insieme ad Alessandra Pozzolini.
Recalcati racconta della sua militanza politica giovanile e del coraggio di prendere parola di allora, ceduto a Grillo che ha scavalcato a sinistra la sinistra.
Si parte dalle patologie della società contemporanea: bulimia, anoressia, panico. Che riproducono il mito del consumo sfrenato, del modello fisico irraggiungibile, e il sintomo più contemporaneo: l’assenza di riferimenti che si traduce in panico collettivo.
Parla di Moretti, il più analitico dei registi, che ha saputo cogliere la perdita di memoria del dirigente di partito, ed immaginato l’afasia di un papa incapace di affacciarsi al balcone.
Balconi vuoti che, se lasciati tali in nome di una rinuncia al potere – come quella di papa Francesco – sono segno di grandezza. Balconi che spesso, però, sono maldestramente riempiti da oggetti di godimento a sostituire ideali diventati con il berlusconismo carta straccia con il godimento come unica forma della legge”.
Cita la risposta che Fabrizio Corona ha dato su B.
– Ma cosa dovrebbe fare un signore anziano, a fine corsa, nell’unico giro di giostra, perché dovrebbe rinunciare a godere?
L’alternativa ai giovani l’ha data Grillo facendo intravedere la possibilità di un progetto futuro – ricostruendo la politica dal basso – per tornare a desiderare.
Al circolo del Pd Recalcati trova spazio per il caso Renzi un figlio che ha preso la parola con coraggio ma con uno slogan sbagliato, rivolgendosi al padre – la dirigenza del partito- con la parola rottamazione. Di qui l’offesa per non aver riconosciuto l’eredità paterna e l’avvitamento che ha generato la reazione l’usato sicuro, la totale assenza di fiducia nei confronti del figlio.
Il terapeuta spiega che la vittoria di Renzi avrebbe dato al paese un altro futuro.
L’infezione originaria – dice Recalcati citando Marx – è il contesto economico, e va abbandonata la nostalgia leader – lo stesso (Renzi ndr) nel quale Recalcati aveva scorto il cambiamento? – aggiungendo che il capitalismo senza regole interne è destinato a scoppiare.
Poi la narrazione di una depressione giovanile dilagante, il ricorso al suicidio in un contesto nel quale tutto impone di essere felici. La necessaria riabilitazione del vuoto nei partiti e nei movimenti per far spazio al desiderio.
I militanti prendono tempo per argomentare e intervenire. Chi troppo a lungo. Chi rapidamente. Chi sottolinea l’assenza del femminile nell’analisi del terapeuta.
Luca Pastorino, parlamentare del Pd, ammette:
Dobbiamo decidere che partito saremo: se saremo il partito del lavoro, della scuola pubblica, della sanità pubblica, e se saremo un partito progressista, di centro, di centro sinistra.
Ma Recalcati quando torna?
(Giovanna Profumo – foto dell’autrice)