B & B. Le finte baruffe col cavaliere

E’ venuto il tempo dei “rassicuranti”: “tutto a posto”; “non è successo nulla”; “non c’é problema”; “siamo soddisfatti”, sono in sintesi il blaterare ricorrente della destra in cui specialista in loco è il governatore della Regione ligure Sandro Biasotti.


Il quale, col piglio tipico del manager, alle ricorrenti frasi rasserenanti indirizzate ai suoi amministrati (e potenziali elettori) ne aggiunge del tipo “gliel’ho detto chiaro a Berlusconi”; “il premier era un po’ arrabbiato ma alla fine mi ha dato ragione”, insomma l’ho messo a posto io questo Berlusca e non l’avrò tra i piedi a comandare in casa mia. Come dire: ho preso le distanze da lui e dai suoi accoliti (mi vedreste mai a braccetto con un tribuno raffinato come Borghezio o un pretino morbido come Bondi?) e camminerò dritto dritto verso le elezioni da solo, con la mia lista, in piena autonomia: non rispondo dei guasti della politica di Berlusconi in Italia, della beffarda riduzione delle imposte (non fosse altro perché toccherà a me compensare i minori trasferimenti da parte dello Stato con imposte locali), delle aberranti leggi ad hoc (io non mi macchio le mani con le salvapreviti e le depenalizzazioni del falso in bilancio) – che diamine sono un imprenditore, non un politico…e via proseguendo. E invece da quali partiti ha attinto i voti Biasotti per insediarsi in Regione? Non sono gli stessi che sostengono il cavaliere? Ora c’è da chiedersi se la sinistra, alla quale Biasotti offre su un piatto d’argento un bel po’ di occasioni di propaganda elettorale, avrà la voglia e la fantasia, partendo da qui, di ribattere chiodo su chiodo e con dati alla mano di dimostrare agli elettori come il governo Biasotti è in realtà la brutta copia locale di quello di Berlusconi, sia pure rivestito dal velo del perbenismo e della rinuncia agli eccessi e mascherato benissimo da una capacità propagandistica in cui il Nostro è da manuale. Bastino le sparate che seguirono quasi subito all’insediamento, quando furono decantati per merito della Regione la fine delle acciaierie di Cornigliano, dell’inquinamento, la rinascita del quartiere e dell’intera città. Tant’è che siamo più o meno al punto di partenza. Non mi sembrerebbe difficile dimostrare, dati alla mano, che Biasotti=Berlusconi, che essere bravi imprenditori non significa per definizione essere anche ottimi amministratori pubblici, perché la politica ha regole diverse da quelle dell’imprenditoria e non può permettersi di darla da bere ai propri amministrati con le frasi più rassicuranti di questo mondo.
(Giovanni Meriana)